venerdì 4 maggio 2012

nuove info sull'attività blog

Carissimi questo post in breve per dirvi cosa sarà del blog. Abbiamo deciso di lasciare inattivo questo blog, come fosse una pagina web esistente, ma non più operativa sul lato pratico. Quindi diciamo che questo blog cessa la sua attività umana, ma continuerà ad esistere per le molte preghiere che vi sono contenute e che comunque sono il frutto dello Spirito Santo. Come tali vengono lasciate a disposizione dell'uso di chiunque lo desideri. Il blog nuovo che nasce è divinavolontavengailtuoregno.blogspot.it , e sarà un blog interamente dedicato alla diffusione della Divina Volontà così come rivelata e fatta conoscere alla piccola figlia del Divin Volere Luisa Piccarreta. Non sarà un blog diario come questo con attività quotidiana, ma sarà un blog stile sito internet, dove comunque ci puo' essere interazione con le anime per l'esistenza dei commenti. Lo scopo è quello di iniziare a far conoscere Luisa affinchè comprendendo il dono fattole da Gesù per il bene di noi tutti, anche noi si inizi a far nostra la Divina Volontà come operante al posto della nostra umana volontà. Aiutati da Luisa e abbandonati completamente nelle mani della Regina del Divin Volere che è la Santissima Vergine Maria, al cui Fiat tutto dobbiamo, con il tesoro prezioso del Divin Volere inizieremo a pregare, a offrire, riparare e vivere con la Volontà di Dio. E' un progetto di Gesù grandioso perchè la Divina Volontà è cio' che riporta  la creatura al suo ordine naturale, tutta immersa, vivente e agente nella stessa Volontà Divina da cui ha origine ogni cosa e tutta la Vita esistente. Faremo quindi come creature quel pellegrinaggio a ritroso che è la nostra conversione quotidiana, spogliandoci man mano di noi stessi e della nostra fragile, fallace, erronea, superba e malata volontà umana, per vivere con quella di Dio ogni aspetto della nostra vita. Non sarà facile, perchè la spoliazione della propria zavorra umana è cosa ardua all'uomo, proprio perchè egli per effetto del peccato originale vive del suo malato volere, pero' sappiamo che la vera crocifissione nostra come cristiani e figli di Dio è spogliarci di noi stessi per rivestirci di Cristo che è l'uomo nuovo.
E' un tesoro prezioso che Dio ci offre e ci dona e di questo dobbiamo ringraziarLo infinitamente così come dobbiamo essere grati a Samantha di averci aiutaci e indirizzati per abbracciare questa completa spiritualità che in sè contiene tutte le altre, come frutti santi e buoni della Volontà di Dio da cui tutto nasce. Per il momento rinvio all'inizio attività del nuovo blog alla settimana prossima per ovvi motivi di preparazione. L'indirizzo web è quello indicato sopra. Per chi lo desidererà esisterà la possibilità a breve di consultare il nuovo blog tutto dedicato alla meditazione del Santo Rosario di Maria proprio allo scopo di far diventare questa preghiera sempre più diffusa, amata e adottata come pegno della fedele figliolanza a Maria e nostra arma nella battaglia spirituale di ogni gg. Questo blog  per ora solo aperto ma non ancora attivo è figlipregateconmeilrosarioognigiorno.blogspot.it
Riguardo alla nostra sorellina Sam, Dio ha per lei in serbo un progetto web di cui vi parleremo a cose fatte e ve ne terremo informati.
Grazie amici e fratelli, Iddio ci illumini e ci tenga uniti per mezzo della Regina del Suo Volere, Maria Ss.
A presto per tutti coloro che lo vorranno.
Paola

martedì 1 maggio 2012

Nuove info sul blog

Carissimi tutti, facciamo seguito ai vostri commenti. Vi ringraziamo. Si' vi ringraziamo perchè ci aiutate a far luce su molte cose. Lasciate che vi spieghiamo quanto sta accadendo. Questo blog era nato con l'intenzione di essere un canale attreverso cui far conoscere la Divina Volontà alle anime. Samantha è stata la prima chiamata a vivere così la fede, io no. Il mio percorso spirituale e di apostolato è stato tutto improntato alla diffusione dell'amore e della devozione a Maria, e molta confusione ha finito per crearsi in me, perchè dentro di me sentivo che non ero pronta ad abbracciare la Divina Volontà nella mia vita spirituale. Non dobbiamo confondere la Volontà di Dio, con il Divin Volere, perchè mentre solitamente per vivere la Volontà di Dio intendiamo un uniformarci ad essa con la nostra volontà umana, il Divin Volere è invece fare nostra la Volontà di Dio attraverso Gesù, chiamandoLo a sostituirsi alla nostra volontà con la Sua e lasciando agire la Divina Volontà in tutto cio' che facciamo, moltiplicando con un nostro atto tutti gli atti compiuti da Gesù stesso nel Suo Volere. Anzichè servire la Volontà di Dio con un adeguamento a cio' che per fede sappiamo essere santo e giusto, che è già tantissima cosa, qui si tratta di attingere alla Volontà di Dio per fare tutto, per tutto creare, ricreare, riparare, offrire....Ad esempio faccio la Volontà di Dio quando prego, perchè so che Dio vuole che io stia sempre unita a Lui, ma se invece io prego facendo mia la preghiera di Gesù, poichè è Gesù stesso la preghiera che offro, il mio atto di pregare si moltiplica all'infinito per numero e merito, così come infinite sono le riparazioni in esse contenute, perchè investono tutto il creato e tutte le anime che nel Divin Volere Gesù aveva assunto con la Sua Umanità.
E' come se pregando così io offrissi la mia preghiera come fatta da tutte le creature, così come dovrebbe essere per rendere al Padre la Gloria che peccando queste e cioè noi Gli sottraiamo.
Percio' questo modo di pregare e vivere si riflette in ogni atto che noi compiamo, al punto che diventa impossibile pregare attingendo ad altre devozioni, che venendo tutte da Dio sono tutte Sante e tutte Buone, ma rimangono limitate all'anima che le prega e nella volontà e nella meritorietà, mentre nel Divin Volere io rivesto ogni preghiera e ogni atto con la Stessa Volontà Divina moltiplicandoli all'infinito. Capite? questa in sintesi, una breve parentesi dovuta per comprendere che alla luce di tutto questo approccio, cambia anche il nostro agire. Non vorremmo che voi pensaste che tutto quanto fatto finora sia vano o meno giusto, assolutamente no, perchè tutte le devozioni sono racchiuse nella Divina Volontà che le ha poste in essere per il nostro bene. E' bene capire che anche la Divina Misericordia è un frutto della Volontà di Dio. Da questa Volontà imperante e creante viene tutto cio' che esiste, percio' anche la Misericordia. Di fatti la Volontà di Dio è Fiat Creante (ed è Potenza di Dio), è Fiat Redimente (misericordia di Dio per i peccatori e qui nel Fiat di Gesù si innesta quello di Maria Ss), è Fiat santificante (grazia di Dio per chi vive nel Suo Amore attraverso l'effusione dello Spirito Santo). Percio' da questo comprendiamo che tutte le devozioni a Dio sono una parte del tutto contenuto nel Divin Volere.
Non fraintendeteci, perchè le preghiere e le devozioni della Chiesa le praticava anche Luisa, ma le rivestiva del Divin Volere per aumentarne il tesoro e soddisfare la Gloria divina. Quindi continuate pure a praticarle. Così come è amabilissima la lettura della Valtorta che io stessa amo moltissimo, serva solo questo chiarimento a far capire che nel momento in cui si abbraccia il Divin Volere lo si abbraccia interamente e per poterlo vivere non si puo' fare una miscellanea di spiritualità. Questo lo ridurrebbe a una devozione come tutte le altre e non lo è, dal momento che è Dio stesso che opera.
Abbracciare il Divin Volere comporta un cambiamento radicale nel vivere quotidiano perchè comporta un graduale e sofferto rinnegamento della propria Volontà per lasciare che Dio agisca in noi con la Sua sola.
Ora tutto è avvenuto perchè il mio approccio è stato esattamente come quello di Sergio, perdonami fratello se oso fare il tuo nome, ma è per comprendere cio' che cerco di spiegare. Leggendo il tuo commento vedo la stessa paura che io avevo nella sicurezza in cio' che ormai conoscevo e mi apparteneva. Ma forse il tempo delle parole è finito, per lasciare il posto all'azione. Occorre svuotarci della nostra volontà e riempirci di quella di Gesù e la cosa ci costa, tanto, perchè la spoliazione è un cammino faticoso, che pero' ci porta a crescere nella fede, nella speranza e nella carità fraterna perchè ci rende sempre più simili al Cristo uomo crocifisso per amore alla Volontà Paterna. E il nostro traguardo non è forse la croce qui in questa terra? L'amore a Dio e al prossimo prima che a noi stessi?
ecco amici, pregate per noi perchè qualsiasi cosa avvenga nel nostro apostolato sia Volontà di Dio che agisce in noi, a beneficio di tutti e per la sola Sua Gloria.
Grazie per la vostra presenza, per la vostra preghiera, per la vostra comprensione e dateci ancora del tempo per comprendere la strada migliore in vista dei compiti che Dio ci affida. Vi vogliamo tanto bene.
Vostre Paola e Sammy

sabato 21 aprile 2012

Fratellini carissimi, vogliamo informarmi che terremo in stand-by il blog per qualche giorno, chiedendovi pazienza e preghiere di discernimento per noi.
Stiamo valutando l'ipotesi di riordinare un po' l'impronta data fin'ora, per assicurare a tutti un apostolato piu' congruo e coerente con la finalità con cui questo blog è nato.
Vi ricordiamo che io e Paola avevamo un nostro blog personale, ma l'intuizione di un nostro fratello ci ha poi spinte ad unire le nostre spiritualità verso un'unica direzione: il Divin Volere.
Col tempo ci siamo accorte che abbiamo spesso affiancato spiritualità e devozioni di ogni genere e alla spiritualità di Luisa, la quale pero' le racchiude tutte.
Il Divin Volere è un dono, anzi il Dono Supremo che va ben compreso per essere accolto e vissuto, in tutta la totalità del suo essere.
Il rischio di affiancarlo ad altre devozioni, è quello di offuscare la sua bellezza, e di ridurre il tutto ad una mera devozione come le altre.
Fratelli, tutte le preghiere sono sante, ma la Divina Volontà è un modo di vivere incarnando l' Umanità Santissima di Gesu', ed è importante leggere con costanza gli scritti di Luisa, immergersi completamente in essi per ben comprendere come va vissuto.
Per questo ci prendiamo un po' di tempo per ben articolare il tutto, sia per  evitare confusioni che possano allontanarci dalle Verità rivelate da Luisa, sia  per poter inserire dei riferimenti, per coloro che preferiscono le devozioni tradizionali.
Vi abbracciamo con amore.
Sam e Paola

giovedì 19 aprile 2012

memorandum

Amici e fratelli, oggi terza parte del Catechismo della Chiesa Cattolica, preghiera allo Spirito Santo, Parola di Dio meditata e memorandum sul 4* gg di Novena a Maria Ss che scioglie i nodi per combattere l'eresia e gli scismi all'interno della Chiesa di Cristo, nonchè il consiglio di pregare ogni gg la coroncina della Divina Misericordia di cui abbiamo un bisogno come umanità che è urgentissimo!
Grazie e che Dio ve ne compensi e che le vostre orazioni passino per le mani di Maria Ss al Cuore di Cristo e discendano sopra di voi come pioggia di benedizione, che porta tanto tanto frutto.
Per Mariam ad Jesum et per Jesum at Patrem
coroncina della Divina Misericordia: http://www.pregate.it/gmis.htm

Invocazione allo Spirito Santo e Gesù il Pane dell'anima, il Cibo della Vita Eterna, il nutrimento vero dell'uomo



Spirito Santo, nel nome di Gesù vieni!
Signore, Tu sei il Solo e l'unico vero Dio, Colui che è increato, la Vita e tutta l'Eternità, Tu sei Colui che Tutto Conosce, che tutto Opera, che tutto Puo'. Niente ti sfugge, ogni angolo remoto lo raggiungi in un batter di ciglio, perchè Tu sei ovunque la Tua Santità desidera. Tu empi i Cieli e niente Ti contiene, nè Ti limita, nè forza. Tutto cio' che Tu vuoi, diviene, tutto cio' che Tu comandi trova il Suo perfetto compimento. Niente è per Te il tempo, Tu che sei l'Eterno, niente è per Te lo spazio, perchè esso è opera delle Tue mani. La scienza più grande è davanti a Te stoltezza, perchè Tu sei la Perfetta Sapienza. O Padre Celeste, che nel Tuo Figlio mi hai mostrato un Volto da adorare, baciare, pregare, donandomi la Tua Immagine, Tu che per non far morire Mosè dei Tuoi Fulgori, hai dovuto farti ascoltare da un roveto ardente, ti prego Padre Misericordioso e Buono di ogni bontà a mente umana inconcepibile, inafferrabile e inarrivabile, ascolta la mia voce di creatura così povera e piccola, fragile e sempre bisognosa di Te, ogni singolo istante e in ogni più piccola circostanza del mio vivere quotidiano, muoviti a compassione di chi ti chiede ora: Padre donami in unione con Gesù, il Vostro Spirito d'Amore, il Vostro Spirito Santo! Sia la Tua diletta Maria, la Tua Angelica Sposa, la Madre del Tuo Unigenito Figlio Divino a donarmi questo Sacro Fuoco e Santo Crisma dell'anima, per in Lui tutto fare, tutto pensare, tutto operare, tutto vivere, tutto comprendere, tutto offrire, tutto riparare, tutto ringraziare e tutto lodare. Amen!

VANGELO (Gv 3,31-36)
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.

Parola del Signore.

Seminando la Parola di Vita nel nostro cuore:

Gesù ha tante volte pronunciato questa Sublime Verità al popolo ebraico e specie ai farisei, cioè quella di aprirsi e credere in Colui che non da Sè, nè per Suo volere, ma per Volontà del Padre, è mandato nel mondo ad annunciare la Sua Parola, espressione del  Volere del Creatore, e proprio per questo Perfettissima Verità. Gesù è dunque il Figlio del Padre, Figlio della Divina Volontà, espressione manifesta e concreta del Padre all'uomo che non lo conosce, che ne ha idea distorta dal peccato e dal proprio male interiore, che non Lo ama perchè lo teme e temendolo al di là di ogni ragionevolezza, non è più figlio di Dio, ma schiavo della sua paura e percio' zimbello del nemico.
Percio' Colui che è Figlio di Dio, a cui il Padre ha dato il compito di rendere manifesta la Sua Volontà, come Sua Parola Vivente e Incarnata, conosce perfettamente il Padre e dal Cielo viene, perchè Quella è la Dimora da Cui discende per rendersi manifesta agli uomini. Chi non è figlio del Padre celeste, non ne conosce il linguaggio, percio' viene dalla terra e conosce una volontà che è tutta umana e un linguaggio che è tutto umano, è un frutto del mondo e della sua mentalità che è a sua volta un pensiero distorto, errante, corrotto, parziale, interessato, vendicativo, egocentrico. Chi vive nel mondo e del mondo si imbeve e si nutre, dal mondo viene istruito e non è figlio del Padre. Non lo conosce, e fa di tutto perchè le cose restino così, dando testimonianza alla tenebra di cui si avvolge. Ma Chi come Gesù è il Figlio disceso dal Seno del Padre e Parla per il Padre, con il Padre e nel Padre, essendo Parola Sua, nè ha una conoscenza totale, essendo Uno con Il Padre stesso dal Cui Amore e per la Cui Volontà è Generato. Non accettare Gesù e' non rendere testimonianza a Dio della Sua Verità e della Sua Giustizia, è condannarlo anzi di falsità Egli che è fonte di Verità. E' negarLo in Se stesso, nella Sua Essenza. Lo Spirito Santo con cui Gesù vive eternamente unito al Padre, nella Ss. Trinità, è sempre operante in Gesù, Egli è Dio e ne è Pieno, e il Padre con il Figlio lo donano a piene mani a chi lo domanda, perchè anche l'uomo possa nell'amore di Dio ritornare a vivere da figlio  e figlio della Via, Verità e Vita, figlio della Luce. Percio' i farisei di allora, come i negatori di oggi, siano essi atei, oppositori di Dio, cattivi cristiani e fedifraghi, sono Coloro che se non accetteranno di vivere con il Figlio Dio, nel Figlio e per il Figlio, da sè si condanneranno, perchè negando Dio non potranno che credere in colui che ne è nemico e allora se non vivranno nell'Amore, nella Misericordia e nel Perdono divino, dovranno affrontare la Sua ira eternamente in una divisione che al termine della vita terrena sarà un lamento e una dannazione senza fine, senza tempo, nè durata.

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

La professione
della fede cristiana
33. Che cosa sono i Simboli della fede?
185-188; 192,197
Sono formule articolate, chiamate anche «Professioni di fede» o «Credo», con cui la Chiesa,
fin dalle sue origini, ha espresso sinteticamente e trasmesso la propria fede con un
linguaggio normativa, comune a tutti i fedeli.
34. Quali sono i più antichi Simboli della fede?
189-191
Sono i Simboli battesimali. Poiché il Battesimo viene dato «nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo» (Mt 28,19), le verità di fede ivi professate sono articolate in
riferimento alle tre Persone della Santissima Trinità.
35. Quali sono i più importanti Simboli della fede?
193-195
Essi sono il Simbolo degli Apostoli, che è l'antico Simbolo battesimale della Chiesa di Roma,
e il Simbolo niceno-costantinopolitano, frutto dei primi due Concili Ecumenici di Nicea
(325) e di Costantinopoli (381), ancora oggi comune a tutte le grandi Chiese d'Oriente e
d'Occidente.
« IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE,
CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA »?
36. Perché la professione di fede inizia con: «Io credo in Dio»?
198-199
Perché l'affermazione «Io credo in Dio» è la più importante, la fonte di tutte le altre verità
sull'uomo e sul mondo, e di tutta la vita di ogni credente in lui.
37. Perché professiamo un solo Dio?
200-202; 228
Perché egli si è rivelato al popolo d'Israele come l'Unico, quando disse: «Ascolta, Israele, il
Signore è uno solo» (Dt 6,4), «non ce n'è altri» (Is 45,22). Gesù stesso l'ha confermato: Dio
è «l'unico Signore» (Mc 12,29). Professare che Gesù e lo Spirito Santo sono anch'essi Dio e
Signore non introduce alcuna divisione nel Dio Uno.
38. Con quale nome Dio si rivela?
203-205; 230-231
A Mosè Dio si rivela come il Dio vivente, «il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di
Giacobbe» (Es 3,6). Allo stesso Mosè Dio rivela il suo nome misterioso: «Io Sono Colui che
Sono (YHWH)». Il nome ineffabile di Dio già nei tempi dell'Antico Testamento fu sostituito
dalla parola Signore. Così nel Nuovo Testamento, Gesù, chiamato Signore, appare come
vero Dio.
39. Solo Dio «è»?
212-213
Mentre le creature hanno ricevuto da Dio tutto ciò che sono e che hanno, Dio solo è in se
stesso la pienezza dell'essere e di ogni perfezione.
Egli è «Colui che è», senza origine e senza fine. Gesù rivela che anch'egli porta il Nome
divino: «Io sono» (Gv 8,28).
40. Perché è importante la rivelazione del nome di Dio?
206-213
Nel rivelare il suo nome, Dio fa conoscere le ricchezze contenute nel suo mistero ineffabile:
egli solo è, da sempre e per sempre, Colui che trascende il mondo e la storia. È lui che ha
fatto il cielo e la terra. È il Dio fedele, sempre vicino al suo popolo per salvarlo. È il santo
per eccellenza, «ricco di misericordia» (Ef 2,4), sempre pronto a perdonare. È l'Essere
spirituale, trascendente, onnipotente, eterno, personale, perfetto. È verità e amore.
«Dio è l'essere infinitamente perfetto che è la SS.ma Trinità» (santo Toribio de Mogrovejo).
41. In che senso Dio è la verità?
214-217; 231
Dio è la Verità stessa e come tale non s'inganna e non può ingannare. Egli «è luce e in lui
non ci sono tenebre» (1 Gv 1,5). Il Figlio eterno di Dio, Sapienza incarnata, è stato inviato
nel mondo «per rendere testimonianza alla Verità» (Gv 18,37).
42. In qual modo Dio rivela che egli è amore?
218-221
Dio si rivela ad Israele come colui che ha un amore più forte di quello di un padre o di una
madre per i suoi figli o di uno sposo per la sua sposa. Egli in se stesso «è Amore» (1 Gv
4,8.16), che si dona completamente e gratuitamente e che «ha tanto amato il mondo da dare
il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3,16-17). Mandando il
suo Figlio e lo Spirito Santo, Dio rivela che egli stesso è eterno scambio d'amore.
43. Che cosa comporta credere in un solo Dio?
222-227; 229
Credere in Dio, l'Unico, comporta: conoscerne la grandezza e la maestà; vivere in
rendimento di grazie; fidarsi di lui sempre, anche nelle avversità; riconoscere l'unità e la vera
dignità di tutti gli uomini creati a sua immagine; usare rettamente le cose da lui create.
44. Qual è il mistero centrale della fede e della vita cristiana?
232-237
Il mistero centrale della fede e della vita cristiana è il mistero della Santissima Trinità. I
cristiani vengono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
45. Il mistero della Santissima Trinità può essere conosciuto dalla sola ragione umana?
237
Dio ha lasciato qualche traccia del suo Essere trinitario nella creazione e nell'Antico
Testamento, ma l'intimità del suo Essere come Trinità Santa costituisce un mistero
inaccessibile alla sola ragione umana, e anche alla fede d'Israele, prima dell'Incarnazione del
Figlio di Dio e dell'invio dello Spirito Santo. Tale mistero è stato rivelato da Gesù Cristo, ed
è la sorgente di tutti gli altri misteri.
46. Che cosa Gesù Cristo ci rivela del mistero del Padre?
240-242
Gesù Cristo ci rivela che Dio è «Padre», non solo in quanto è Creatore dell'universo e
dell'uomo, ma soprattutto perché genera eternamente nel suo seno il Figlio, che è il suo
Verbo, «irradiazione della sua gloria, impronta della sua sostanza» (Eb 1,3).
47. Chi è lo Spirito Santo, rivelato a noi da Gesù Cristo?
243-248
È la terza Persona della Santissima Trinità. È Dio, uno e uguale al Padre e al Figlio. Egli
«procede dal Padre» (Gv 15,26), il quale, principio senza principio, è l'origine di tutta la vita
trinitaria. E procede anche dal Figlio (Filioque), per il dono eterno che il Padre ne fa al
Figlio. Inviato dal Padre e dal Figlio incarnato, lo Spirito Santo guida la Chiesa «a conoscere
la Verità tutta intera» (Gv 16,13).
48. Come la Chiesa esprime la sua fede trinitaria?
249-256; 266
La Chiesa esprime la sua fede trinitaria confessando un solo Dio in tre Persone: Padre e
Figlio e Spirito Santo. Le tre Persone divine sono un solo Dio perché ciascuna di esse è
identica alla pienezza dell'unica e indivisibile natura divina. Esse sono realmente distinte tra
loro, per le relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: il Padre genera il Figlio,
il Figlio è generato dal Padre, lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.
49. Come operano le tre Persone divine?
257-260; 267
Inseparabili nella loro unica sostanza, le Persone divine sono inseparabili anche nel loro
operare: la Trinità ha una sola e medesima operazione. Ma, nell'unico agire divino, ogni
Persona è presente secondo il modo che le è proprio nella Trinità.
«O mio Dio, Trinità che adoro... pacifica la mia anima;fanne il tuo cielo, la tua dimora
amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me
stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla tua azione creatrice»
(beata Elisabetta della Trinità).
50. Che cosa significa che Dio è onnipotente?
268-278
Dio si è rivelato come «il Forte, il Potente» (Sal 24,8-10), colui al quale «nulla è
impossibile» (Lc 1,37). La sua onnipotenza è universale, misteriosa, e si manifesta nel creare
il mondo dal nulla e l'uomo per amore, ma soprattutto nell'Incarnazione e nella Risurrezione
del Suo Figlio, nel dono dell'adozione filiale e nel perdono dei peccati. Per questo la Chiesa
rivolge la sua preghiera al «Dio onnipotente ed eterno» («Omnipotens sempiterns Deus... »).
51. Perché è importante affermare: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gn 1,1)?
279-289; 315
Perché la creazione è il fondamento di tutti i divini progetti di salvezza; manifesta l'amore
onnipotente e sapiente di Dio; è il primo passo verso l'Alleanza dell'unico Dio con il suo
popolo; è l'inizio della storia della salvezza culminante in Cristo; è una prima risposta agli
interrogativi fondamentali dell'uomo circa la propria origine e il proprio fine.
52. Chi ha creato il mondo?
290-292; 316
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono il principio unico e indivisibile del mondo, anche se
l'opera della creazione del mondo è particolarmente attribuita a Dio Padre.
53. Perché è stato creato il mondo?
293-294; 319
Il mondo è stato creato per la gloria di Dio, che ha voluto manifestare e comunicare la sua bontà, verità e bellezza. Il fine ultimo della creazione è che Dio, in Cristo, possa essere
«tutto in tutti» (1 Cor 15,28), per la sua gloria e per la nostra felicità.
«La gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la visione di Dio» (sant'Ireneo)
54. Come Dio ha creato l'universo?
295-301; 317-320
Dio ha creato l'universo liberamente con sapienza e amore- II mondo non è il prodotto di una
necessità, di un destino cieco o del caso. Dio ha creato «dal nulla» (ex nihilo) (2 Mac 7,28)
un mondo ordinato e buono, che egli trascende in modo infinito. Dio conserva nell'essere la
sua creazione e la sorregge, dandole la capacità di agire e conducendo la al suo compimento,
per mezzo del suo Figlio e dello Spirito Santo.
55. In che cosa consiste la Provvidenza divina?
302-306; 321
Essa consiste nelle disposizioni, con cui Dio conduce le sue creature verso la perfezione
ultima, alla quale Egli le ha chiamate. Dio è l'autore sovrano del suo disegno. Ma per la sua
realizzazione si serve anche della cooperazione delle sue creature. Allo stesso tempo, dona
alle creature la dignità di agire esse stesse, di essere causa le une delle altre.
56. Come l'uomo collabora con la Provvidenza divina?
307-308; 323
All'uomo Dio dona e chiede, rispettando la sua libertà, di collaborare con le sue azioni, le
sue preghiere, ma anche con le sue sofferenze, suscitando in lui «il volere e l'operare
secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13).
57. Se Dio è onnipotente e provvidente, perché allora esiste il male?
309-310; 324,400
A questo interrogativo, tanto doloroso quanto misterioso, può dare risposta soltanto l'insieme
della fede cristiana. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del
male. Egli illumina il mistero del male nel suo Figlio, Gesù Cristo, che è morto e risorto per
vincere quel grande male morale, che è il peccato degli uomini e che è la radice degli altri
mali.
58. Perché Dio permette il male?
311-314; 324
La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse
il bene. Dio questo l'ha già mirabilmente realizzato in occasione della morte e risurrezione di
Cristo: infatti dal più grande male morale, l'uccisione del suo Figlio, egli ha tratto i più
grandi beni, la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione.
.....FINE PARTE TERZA....CONTINUA DOMANI...
CHI FOSSE INTERESSATO A LEGGERE LE PARTI PRECEDENTI, VISITI L'ETICHETTA A LATO BLOG: IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

martedì 17 aprile 2012

Link al secondo gg della Novena a Maria Ss che scioglie i nodi

Amici, siamo al 2* gg della Novena a Maria ss che scioglie i nodi, offerta per la conversione degli eretici e degli scismatici.
Ecco per vostra comodità il link postato ieri da Samantha.
Grazie. Buona giornata a tutti.
neltuovolere.blogspot.it/search/label/MARIA%20CHE%20SCIOGLIE%20I%20NODI

Invocazione allo Spirito Santo e Parola del gg

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO
Spirito d'Amore, tu vivi come fuoco che brucia eternamente nel Cuore del Padre Celeste e di Gesù Figlio unigenito e nostro fratello. Instancabilmente in un moto perenne ed inestinguibile, parti dal Cuore del Padre e vai a quello del Cristo e da Questi nuovamente torni in seno al Padre!
Ti prego, amabilissimo Spirito, degnati di venire anche in questi poveri figli della terra che vivono nel mondo non desiderando di appartenervi e che lottano ogni gg contro la carne e se stessi per restare nell'Amore Tuo! Vieni o Amore Eterno, scendi ora, vieni con l'ardore che brucia le disubbidienze, che sana le malattie, che dissolve le nuvole tenebrose del cuore, che estirpa le radici malate, che colma di pace e di confidenza. Vieni o Santificatore Divino, Terza Persona della Santissima Trinità per cui tutto vive! Perdonaci, guardaci con la Tua pietà e nell'infinita Misericordia che è Tuo carattere distintivo, prenditi cura delle nostre anime, illuminale e da' loro modo di scuotersi dal torpore e dal sonno colpevole della fede. Se abbiamo Te, Spirito d'Amore, tutto abbiamo! Percio' muoviti a compassione di noi che siamo tribolati dall'umana natura corrotta e facci Tuoi, invadici di Te e rendici come il Divin Volere ci desidera! te lo chiediamo per il Padre che volle donarci Gesù per la remissione dei nostri peccati e la nostra salvezza, te lo chiediamo per i meriti infiniti del Sangue dell'Agnello il Cui Amore lo fece consumare fino all'obbedienza somma della Croce, te lo domandiamo per le lacrime e le spade di dolore che trafissero la Tua Santa Sposa e Pura Colomba, la Vergine Maria. Ecco o Amore inenarrabile, noi ti apriamo le porte dei nostri cuori  duri come pietra, delle nostre menti caparbie e superbie, intontite dal nostro stesso malato volere, delle nostre anime avvelenate dal distacco da Te.
Grazie, mio tesoro preziosissimo, sii tu lampada ai miei passi!
amen!
VANGELO (Gv 3,7b-15)
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo.

+
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: "Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito".
Gli replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?". Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro d'Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Parola del Signore.


OMELIA

Per essenza, è la sua origine che determina l'uomo. È questa che decide quanta comprensione egli ha di se stesso, del suo essere, delle sue opinioni, del suo comportamento. Nati dalla carne, ci si può capire solo in funzione del mondo. Ma nascere dallo Spirito permette di avere una nuova percezione di se stessi. L'uomo anziano non diventa semplicemente migliore rinascendo, egli acquisisce una nuova origine. La rinascita è indispensabile, Gesù dice che bisogna che accada. Attraverso questa rivelazione, Dio risponde alla domanda dell'uomo in vista della salvezza, perché l'uomo non può darsi da solo una risposta. Ma non si può semplicemente dire che l'uomo diventa "migliore" rinascendo; la sua vita acquisisce un senso. Questo assomiglia al vento; non se ne può disporre a proprio piacere. Non lo si può afferrare, perché soffia dove vuole. Bisogna che qualche cosa si manifesti nella vita di colui che è nato dallo Spirito: i suoi pensieri e le sue azioni non possono essere colte secondo i criteri del mondo. Il bene che egli fa non proviene da lui stesso.

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

CAPITOLO TERZO
LA RISPOSTA DELL'UOMO A DIO
IO CREDO

25. Come risponde l'uomo a Dio che si rivela?
L'uomo, sostenuto dalla grazia divina, risponde con l'obbedienza della fede, che è affidarsi pienamente a Dio e accogliere la sua Verità, in quanto garantita da Lui, che è la Verità stessa.
26. Quali sono nella Sacra Scrittura i principali testimoni di obbedienza della fede?
Ci sono molti testimoni, in particolare due: Abramo, che, messo alla prova, «ebbe fede in
Dio» (Rm 4,3) e sempre obbedì alla sua chiamata, e, per questo è diventato « padre di tutti quelli che credono» (Rm 4, 11,18); e la Vergine Maria, che realizzò nel modo più perfetto, durante tutta la sua vita, l'obbedienza della fede: «Fiat mihi secundum Verbum tuum Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).
27. Che cosa significa per l'uomo credere in Dio? 

Significa aderire a Dio stesso, affidandosi a Lui e dando l'assenso a tutte le verità da Lui rivelate, perché Dio è la Verità. Significa credere in un solo Dio in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo
28. Quali sono le caratteristiche della fede?
La fede, dono gratuito di Dio e accessibile a quanti la chiedono umilmente, è la virtù soprannaturale necessaria per essere salvati, L'atto di fede è un atto umano, cioè un atto
dell'intelligenza dell'uomo che, sotto la spinta della volontà mossa da Dio, dà liberamente il proprio consenso alla verità divina. La fede, inoltre, è certa, perché fondata sulla Parola di
Dio; è operosa « per mezzo della carità» (Gal 5,6); è in continua crescita, grazie all'ascolto della Parola di Dio e alla preghiera, Essa fin d'ora ci fa pregustare la gioia celeste.
29. Perché non ci sono contraddizioni tra fede e scienza?
Anche se la fede supera la ragione, non vi potrà mai essere contraddizione tra fede e scienza,
perché entrambe hanno origine da Dio. È lo stesso Dio che dona all'uomo sia il lume della
ragione sia la fede.
«Credi per comprendere: comprendi per credere» (sant'Agostino).
NOI CREDIAMO
30. Perché la fede è un atto personale e insieme ecclesiale?
La fede è un atto personale, in quanto libera risposta dell'uomo a Dio che si rivela. Ma è nello stesso tempo un atto ecclesiale, che si esprime nella confessione: «Noi crediamo». È infatti la Chiesa che crede: essa in tal modo, con la grazia dello Spirito Santo, precede, genera e nutre la fede del singolo cristiano. Per questo la Chiesa è Madre e Maestra.
«Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per Madre»
(san Cipriano).
31. Perché le formule della fede sono importanti?
Le formule della fede sono importanti perché permettono di esprimere, assimilare, celebrare e condividere insieme con altri le verità della fede, utilizzando un linguaggio comune.
32. In qual modo la fede della Chiesa è una sola?
La Chiesa, benché formata da persone diverse per lingua, cultura e riti, professa con voce unanime l'unica fede ricevuta da un solo Signore e trasmessa dall'unica Tradizione Apostolica. Professa un solo Dio - Padre, Figlio e Spirito Santo - e addita una sola via di salvezza. Pertanto noi crediamo, con un cuor solo e un'anima sola, quanto è contenuto nella Parola di Dio, tramandata o scritta, ed è proposto dalla Chiesa come divinamente rivelato.
Il Credo
Simbolo degli Apostoli
Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra.
E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo
nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, mori e fu sepolto; discese
agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre
onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna..
Credo Niceno-Costantinopolitano
Credo in un solo Dio,
Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù
Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre
prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero
da Dio vero, generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono
state create.
Per noi uomini e per la nostra
salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo si è
incarnato nel seno della Vergine
Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio
Pilato, mori e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato,
secondo le Scritture, è salito al cielo,
siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti, e il suo
regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita, e procede
dal Padre e dal Figlio. Con il Padre
e il Figlio è adorato e glorificato, e
ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una santa
cattolica e apostolica.
Professo un solo Battesimo per il
perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.

.......continua domani......per leggere le parti  precedenti, visita la categoria a lato blog Il catechismo della Chiesa Cattolica

lunedì 16 aprile 2012

Fratellini carissimi, da oggi ricominciamo la Novena a Maria che scioglie i nodi, mettendoci l'intenzione, di pregare per i lontani da Dio, gli eretici e gli scismatici, imploranda la Mamma di sciogliere i nodi dei loro cuori, affinchè incontrando Cristo, ritornino al Padre, sotto la guida di un solo Pastore e di una sola Madre: la Chiesa. Vi posto il link.. http://neltuovolere.blogspot.it/search/label/MARIA%20CHE%20SCIOGLIE%20I%20NODI
Grazie a tutti

memorandum oggi

Carissimi, vi invitiamo a prendere visione da oggi che è disponibile nella categoria "Il Catechismo della Chiesa Cattolica" la prima parte della rubrica dedicata proprio a uscire dalla colpevole ignoranza dei FONDAMENTI DELLA NOSTRA FEDE, LA QUALE COSA E' CAUSA DI INGANNI DA PARTE DEL NEMICO CHE FACILMENTE CI INDUCE IN ERRORI ED ERESIE NON ACCETTABILI, DOPO TANTI SECOLI DI SANA DOTTRINA DI FEDE LASCIATACI COME EREDITA' DA CRISTO STESSO PER MEZZO DEL SUO CORPO CHE E' LA CHIESA.
Oggi troviamo la parola del gg commentata con preghiera allo Spirito Santo e faremo questo per tutti i gg fino alla Pentecoste, dovremmo tutti, abituarci a invocarLo prima di ogni azione quotidiana, al risveglio, al lavoro, a scuola, nelle decisioni importanti della nostra vita, nei dubbi, nelle orazioni, prima dei Santi Misteri...
perchè la Sua Luce faccia chiaro, laddove è tenebra di errore umano e di peccato.
Vi chiediamo di non mancare il Rosario quotidiano con la Mamma celeste, e di mettere il Pontificato del Santo Padre Benedetto XVI che OGGI COMPIE 85 ANNI, nelle intenzioni di noi tutti.
Iddio per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, nell'Amore dello Spirito Santo, ci benedica tutti!
amen!

Auguri Santo Padre!!!!

BUON COMPLEANNO, SANTO PADRE! 

(auguri tratti e condivisi dal blog degli amici di Papa Ratzinger)

Carissimi amici, oggi e' un giorno davvero speciale per il nostro Papa e, nel nostro piccolo, anche per noi.
E' una giornata speciale per il Santo Padre perche' raggiunge un traguardo personale davvero importante: e' un compleanno "tondo", come si usa dire.
Sappiamo che nella sua grande umilta' Benedetto XVI non ha imposto grandi festeggiamenti, ma cio' non ci impedisce di essergli vicini con tutto il nostro cuore ed il nostro affetto.
Il regalo migliore che possiamo fare al nostro Papa e' la preghiera, costante e sincera, come egli ci chiede fin dal giorno della sua elezione.
Sono sicura che tante orazioni, messe tutte insieme, costituiranno una "medicina" potente ed un incoraggiamento che non viene meno.
Questo compleanno e' anche un traguardo importante per noi, che abbiamo la fortuna di essere contemporanei di un Pontefice cosi' grande. Sette anni fa si parlava di Papato di transizione non capendo e non intuendo la portata storica di un Pontificato che, fino ad oggi, ha saputo sorprenderci e prenderci per mano.
Grazie per averci dato la possibilità di seguirLa, Santità.
Non sempre e' facile, caro Santo Padre!
"Insieme" abbiamo attraversato anche momenti molto, molto, difficili.
Lei ha saputo guidarci e far desistere molti di noi dalla tentazione di arrendersi.
Grazie per le omelie, le catechesi, i discorsi ed in generale per il suo Alto Magistero che ci insegna in ogni momento che la Chiesa propone e non impone.
Grazie di cuore, Santo Padre e grazie a Dio per questo dono che è il Suo essere Guida della Chiesa e Vicario di Cristo in terra.
Ad multos annos, che Dio la benedica, la protegga e la custodisca! Le vogliamo bene.
(tutta la Chiesa di Cristo!)

Invocazione allo Spirito Santo e Parola di Oggi

di San Bernardo

O Spirito Santo,

anima dell'anima mia,

in te solo posso esclamare: Abbà, Padre.


Sei tu, o Spirito di Dio,

che mi rendi capace di chiedere

e mi suggerisci che cosa chiedere.


O Spirito d'amore,

suscita in me il desiderio

di camminare con Dio:

solo tu lo puoi suscitare.


O Spirito di santità,

tu scruti le profondità dell'anima

nella quale abiti,

e non sopporti in lei

neppure le minime imperfezioni:

bruciale in me, tutte,

con il fuoco del tuo amore.


O Spirito dolce e soave,

orienta sempre più

la mia volontà verso la tua,

perchè la possa conoscere chiaramente,

amare ardentemente

e compiere efficacemente. AMEN.

Gesù insegna a Nicodemo
VANGELO (Gv 3,1-8)
Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

+
Dal Vangelo secondo Giovanni
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui". Gli rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio".
Gli disse Nicodèmo: "Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". Rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito".
Parola del Signore.


OMELIA

Nicodemo, uno dei notabili ebrei, si reca una notte da Gesù; vuole parlare con lui della salvezza. Bisogna quindi supporre che Gesù abbia anche dei simpatizzanti tra i farisei. In fondo, qualsiasi uomo è toccato dalla questione della salvezza; tutti si pongono delle domande sul senso ultimo della vita. Gesù va oltre la domanda fatta; l'offerta di Dio è posta a tutt'altro livello della sola aspirazione umana, che resta in definitiva nel campo dell'effimero e del terrestre. La salvezza dell'uomo riguarda la sua partecipazione alla vita del mondo che verrà. Bisogna per questo nascere "di nuovo".
Chiaramente, il notabile ebreo conosce anche religioni non ebree, dove si può spesso riscontrare un'idea di rinascita. In altri scritti del Nuovo Testamento, si qualifica chiaramente come rinascita il battesimo cristiano (per esempio nella lettera a Tito o nella prima lettera di Pietro). Gesù mette in rilievo che questa nascita non è più nell'ambito delle possibilità umane: nascere "di nuovo", è nascere "dall'acqua e dallo Spirito". Lo Spirito è il dono che il Signore resuscitato fa alla sua comunità.

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

Cari amici, a seguito della grande ignoranza del nostro popolo cristiano, delle verità fondamentali della nostra fede su cui si fonda la Chiesa nostra famiglia, per evitare che il nemico approfitti per nostra colpa di questa inaccettabile situazione, in cui tutti noi si incorrere in eresie, errori, strafalcioni, cattivi pastori e  falsi profeti, facendo gioco forza al suo regno di male, da oggi ci addentreremo nel catechismo della Chiesa Cattolica,  attraverso un compendio formulato dal Papa Benedetto XVI. Sia questa azione ispirata dallo Spirito Santo, in Lui abbia il suo svolgersi e in Lui trovi il Suo compimento e porti i Suoi frutti.
Sia benedetto il Sommo Pontefice, vicario di Cristo in terra, Luce per dirigere le genti in un mondo denso di fittissima tenebra.
Amen!

IO CREDO - NOI CREDIAMO (CAPITOLI 1* E 2*)
1. Qual è il disegno di Dio per l'uomo?
1-25
Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di pura bontà ha liberamente
creato l'uomo per renderlo partecipe della sua vita beata. Nella pienezza dei tempi, Dio Padre
ha mandato suo Figlio come redentore e salvatore degli uomini caduti nel peccato,
convocandoli nella sua Chiesa e rendendoli figli adottivi per opera dello Spirito Santo ed
eredi della sua eterna beatitudine.
CAPITOLO PRIMO
L'UOMO É «CAPACE» DI DIO
30
«Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode [...]. Ci hai fatto per te e il nostro cuore non ha
sosta finché non riposa in te» (sant'Agostino).
2. Perché nell'uomo c'è il desiderio di Dio?
27-30; 44-45
Dio stesso, creando l'uomo a propria immagine, ha iscritto nel suo cuore il desiderio di
vederlo. Anche se tale desiderio è spesso ignorato, Dio non cessa di attirare l'uomo a sé,
perché viva e trovi in lui quella pienezza di verità e di felicità, che cerca senza posa. Per
natura e per vocazione, l'uomo è pertanto un essere religioso, capace di entrare in comunione
con Dio. Questo intimo e vitale legame con Dio conferisce all'uomo la sua fondamentale
dignità.
3. Come si può conoscere Dio con la sola luce della ragione?
31-36; 46-47
Partendo dalla creazione, cioè dal mondo e dalla persona umana, l'uomo, con la sola ragione,
può con certezza conoscere Dio come origine e fine dell'universo e come sommo bene,
verità e bellezza infinita.
4. Basta la sola luce della ragione per conoscere il mistero di Dio?
37-38
L'uomo, nel conoscere Dio con la sola luce della ragione, incontra molte difficoltà. Inoltre
non può entrare da solo nell'intimità del mistero divino. Per questo, Dio l'ha voluto
illuminare con la sua Rivelazione non solo su verità che superano la comprensione umana,
ma anche su verità religiose e morali, che, pur accessibili di per sé alla ragione, possono
essere così conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma certezza e senza mescolanza di
errore.
5. Come si può parlare di Dio?
39-43; 48-49
Si può parlare di Dio, a tutti e con tutti, partendo dalle perfezioni dell'uomo e delle altre
creature, le quali sono un riflesso, sia pure limitato, dell'infinita perfezione di Dio. Occorre,
tuttavia, purificare continuamente il nostro linguaggio da quanto contiene di immaginoso e
imperfetto, ben sapendo che non si potrà mai esprimere pienamente l'infinito mistero di Dio.
CAPITOLO SECONDO
DIO VIENE INCONTRO ALL'UOMO
LA RIVELAZIONE DI DIO
6. Che cosa Dio rivela all'uomo?
50-53; 68-69
Dio, nella sua bontà e sapienza, si rivela all'uomo. Con eventi e parole rivela Se stesso e il
suo disegno di benevolenza, che ha prestabilito dall'eternità in Cristo a favore dell'umanità.
Tale disegno consiste nel far partecipare, per la grazia dello Spirito Santo, tutti gli uomini
alla vita divina, quali suoi figli adottivi nel suo unico Figlio.
7. Quali sono le prime tappe della Rivelazione di Dio?
54-58; 70-71
Dio, fin dal principio, si manifesta ai progenitori, Adamo ed Eva, e li invita ad un'intima
comunione con lui. Dopo la loro caduta, non interrompe la sua rivelazione e promette la
salvezza per tutta la loro discendenza. Dopo il diluvio, stipula con Noè un'alleanza tra lui e
tutti gli esseri viventi.
8. Quali sono le tappe successive della Rivelazione di Dio?
59-64; 72
Dio sceglie Abram chiamandolo fuori del suo Paese per fare di lui «il padre di una
moltitudine di popoli» (Gn 17,5), e promettendogli di benedire in lui «tutte le Nazioni della
terra» (Gn 12,3). I discendenti di Abramo saranno i depositari delle promesse divine fatte ai
Patriarchi. Dio forma Israele come suo popolo di elezione, salvando lo dalla schiavitù
dell'Egitto, conclude con lui l'Alleanza del Sinai e, per mezzo di Mosè, gli dà la sua Legge. I
Profeti annunziano una radicale redenzione del popolo e una salvezza, che includerà tutte le
Nazioni in una Alleanza nuova ed eterna. Dal popolo d'Israele, dalla stirpe del re Davide
nascerà il Messia: Gesù.
9. Qual è la tappa piena e definitiva della Rivelazione di Dio?
65-66; 73
È quella attuata nel suo Verbo incarnato, Gesù Cristo, mediatore e pienezza della
Rivelazione. Egli, essendo l'Unigenito Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola perfetta e
definitiva del Padre. Con l'invio del Figlio e il dono dello Spirito la Rivelazione è ormai
pienamente compiuta, anche se nel corso dei secoli la fede della Chiesa dovrà coglierne
gradualmente tutta la portata.
«Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, Dio ci
ha detto tutto in una sola volta in questa Sua Parola e non ha più nulla da dire» (san
Giovanni della Croce).
10. Quale valore hanno le rivelazioni private?
67
Pur non appartenendo al deposito della fede, esse possono aiutare a vivere la stessa fede,
purché mantengano il loro stretto orientamento a Cristo. II Magistero della Chiesa, cui spetta
il discernimento di tali rivelazioni private, non può pertanto accettare quelle che pretendono
di superare o correggere la Rivelazione definitiva che è Cristo.
LA TRASMISSIONE DELLA RIVELAZIONE DIVINA
11. Perché e in qual modo la Rivelazione divina va trasmessa?
74
Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati ed arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm
2,4), cioè di Gesù Cristo. Per questo è necessario che Cristo sia annunciato a tutti gli uomini,
secondo il suo stesso comando: «Andate e ammaestrate tutte le Nazioni» (Mt 28,19). È
quanto si realizza con la Tradizione Apostolica.
12. Che cos'è la Tradizione Apostolica?
75-79; 83; 96,98
La Tradizione Apostolica è la trasmissione del messaggio di Cristo, compiuta, sin dalle
origini del cristianesimo, mediante la predicazione, la testimonianza, le istituzioni, il culto,
gli scritti ispirati. Gli Apostoli hanno trasmesso ai loro successori, i Vescovi, e, attraverso
questi, a tutte le generazioni fino alla fine dei tempi, quanto hanno ricevuto da Cristo e
appreso dallo Spirito Santo.
13. In quali modi si realizza la Tradizione Apostolica?
76
La Tradizione Apostolica si realizza in due modi: con la trasmissione viva della Parola di
Dio (detta anche semplicemente la Tradizione), e con la Sacra Scrittura, che è lo stesso
annuncio della salvezza messo per iscritto.
14. Quale rapporto esiste fra la Tradizione e la Sacra Scrittura?
80-82; 97
La Tradizione e la Sacra Scrittura sono tra loro strettamente congiunte e comunicanti.
Ambedue rendono presente e fecondo nella Chiesa il mistero di Cristo e scaturiscono dalla
stessa sorgente divina: costituiscono un solo sacro deposito della fede, da cui la Chiesa
attinge la propria certezza su tutte le verità rivelate.
15. A chi è affidato il deposito della fede?
84,91; 94,99
Il deposito della fede è affidato dagli Apostoli alla totalità della Chiesa. Tutto il popolo di
Dio, con il senso soprannaturale della fede, sorretto dallo Spirito Santo e guidato dal
Magistero della Chiesa, accoglie la Rivelazione divina, sempre più la comprende e la applica
alla vita.
16. A chi spetta interpretare autenticamente il deposito della fede?
85-90; 100
L'interpretazione autentica di tale deposito compete al solo Magistero vivente della Chiesa, e
cioè al Successore di Pietro, il Vescovo di Roma, e ai Vescovi in comunione con lui. Al
Magistero, che nel servire la Parola di Dio gode del carisma certo della verità, spetta anche
definire i dogmi, che sono formulazioni delle verità contenute nella Rivelazione divina. Tale
autorità si estende anche alle verità necessariamente collegate con la Rivelazione.
17. Quale relazione esiste tra Scrittura, Tradizione e Magistero?
95
Essi sono tra loro così strettamente uniti, che nessuno di loro esiste senza gli altri. Insieme
contribuiscono efficacemente, ciascuno secondo il proprio modo, sotto l'azione dello Spirito
Santo, alla salvezza degli uomini.
LA SACRA SCRITTURA
18. Perché la Sacra Scrittura insegna la verità?
105-108; 135-136
Perché Dio stesso è l'autore della Sacra Scrittura: essa è perciò detta ispirata e insegna senza
errore quelle verità, che sono necessarie alla nostra salvezza. Lo Spirito Santo ha infatti
ispirato gli autori umani, i quali hanno scritto ciò che egli ha voluto insegnarci. La fede
cristiana, tuttavia, non è «una religione del Libro», ma della Parola di Dio, che non è «una
parola scritta e muta, ma il Verbo incarnato e vivente» (san Bernardo di Chiaravalle).
19. Come leggere la Sacra Scrittura?
109.119; 137
La Sacra Scrittura deve essere letta e interpretata con l'aiuto dello Spirito Santo e sotto la
guida del Magistero della Chiesa, secondo tre criteri: 1) attenzione al contenuto e all'unità di
tutta la Scrittura; 2) lettura della Scrittura nella Tradizione viva della Chiesa; 3) rispetto
dell'analogia della fede, cioè della coesione delle verità della fede tra di loro.
20. Che cos'è il cànone delle Scritture?
120; 138
Il cànone delle Scritture è l'elenco completo degli scritti sacri, che la Tradizione Apostolica
ha fatto discernere alla Chiesa. Tale cànone comprende 46 scritti dell' Antico Testamento e
27 del Nuovo.
21. Quale importanza ha l'Antico Testamento per i cristiani?
121-123
I cristiani venerano l'Antico Testamento come vera Parola di Dio: tutti i suoi scritti sono
divinamente ispirati e conservano un valore perenne. Essi rendono testimonianza della
divina pedagogia dell'amore salvifico di Dio. Sono stati scritti soprattutto per preparare
l'avvento di Cristo Salvatore dell'universo.
22. Quale importanza ha il Nuovo Testamento per i cristiani?
124-127; 139
Il Nuovo Testamento, il cui oggetto centrale è Gesù Cristo, ci consegna la verità definitiva
della Rivelazione divina. In esso i quattro Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni,
essendo la principale testimonianza sulla vita e sulla dottrina di Gesù, costituiscono il cuore
di tutte le Scritture e occupano un posto unico nella Chiesa.
23. Quale unità esiste fra Antico e Nuovo Testamento?
128-130; 140
La Scrittura è una, in quanto unica è la Parola di Dio, unico il progetto salvifico di Dio,
unica l'ispirazione divina di entrambi i Testamenti. L'Antico Testamento prepara il Nuovo e
il Nuovo dà compimento all'Antico: i due si illuminano a vicenda.
24. Quale funzione ha la Sacra Scrittura nella vita della Chiesa?
131-133; 141
La Sacra Scrittura dona sostegno e vigore alla vita della Chiesa. È, per i suoi figli, saldezza
della fede, cibo e sorgente di vita spirituale. È l'anima della teologia e della predicazione
pastorale. Dice il Salmista: essa è «lampada per i miei passi, luce sul mio cammino» (Sal
119,105). La Chiesa esorta perciò alla frequente lettura della Sacra Scrittura, perché
«l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo» (san Girolamo).
LA CATECHESI PROSEGUE DOMANI.....FINE PARTE PRIMA......

Fratellini carissimi, oggi ricominciamo la Novena a Maria che scioglie i nodi; questo mese ci mettiamo l'intenzione di chiedere alla Mamma di sciogliere i nodi dei "lontani da Dio", degli eretici e degli scismatici, chiediamone la conversione affinchè tutti ritornino dal Padre, e sotto la giuda di un solo Pastore. Vi pubblico il link http://neltuovolere.blogspot.it/search/label/MARIA%20CHE%20SCIOGLIE%20I%20NODI

Misericordia e Giustizia

“…Così come volli con Me la mia Mamma come primo anello della Misericordia, per il quale dovevamo aprire le porte a tutte le creature e perciò volli appoggiare la destra, volli te come primo anello di Giustizia, per impedire che questa si sgravasse su tutte le creature come meritano; perciò volli poggiare la sinistra, affinché la sostenessi insieme con Me...”

Prima di venire come giusto Giudice, verrò come Re di Misericordia. Prima che venga il giorno della Giustizia sarà dato agli uomini questo segno nel cielo. Ogni luce si spegnerà nel cielo e ci sarà una grande tenebra in tutta la terra. Allora apparirà nel cielo il segno della Croce e dai buchi dove furono inchiodati le mani e i piedi del Salvatore usciranno grandi raggi di luce che durante qualche tempo illumineranno la terra. Questo avverrà poco prima dell’ultimo giorno”

(“Diario” di S. Faustina Kowalska, n. 83) LA PREGHIERA DI PETIZIONE

La Misericordia e la Giustizia

determinano due atteggiamenti religiosi, due tipi di preghiera

La Misericordia e la Giustizia, questi due Attributi divini, sono sempre e solo Amore di Dio e rappresentano rispettivamente l’Umanità SS. di Gesù e la sua Divinità, per cui sono inseparabili, come lo sono le due Nature del Verbo Incarnato. Formano come un binomio, come le due facce di una stessa medaglia (la Divina Volontà), e sono quelli che regolano i rapporti tra Dio è l’uomo: la Divina Misericordia è a difesa dell’uomo, la Divina Giustizia è a difesa di Dio.

Il Signore disse nell’ultima Cena: “Quando sarà venuto il Consolatore, Egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla Giustizia e al Giudizio…” (Gv 16, 8) Il peccato è il disordine che rompe l’armonia tra la Volontà Divina e la volontà umana; esso è ingiustizia e aggressione, che si scontra con la Divina Giustizia, e tale scontro forma il Giudizio. Ma il Giudizio si evita solo facendo ricorso alla Divina Misericordia.

Si deve però “soddisfare ogni giustizia”, come disse il Signore a San Giovanni il Battista, per permettere il passo alla misericordia. La Divina Misericordia passa verso la creatura sul ponte riparato della Divina Giustizia, ponte che viene distrutto dal peccato.

L’Opera della Redenzione è manifestazione e glorificazione della Divina Misericordia. L’Opera della Santificazione è invece manifestazione e glorifica-zione della Divina Giustizia, che “giustifica” (cioè, rende giusto) l’uomo con la Giustizia o Santità di Dio. È il traguardo: Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia, e tutto il resto ci sarà dato in più.

Il Signore Dio disse a Mosè: “Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia” (Es 33,19). Essere Giusto per Dio è un “dovere” (non potrebbe essere ingiusto), essere Misericordioso è un suo “diritto”, al quale Egli ci tiene.

Questi due attributi, Misericordia e Giustizia, che caratterizzano rispettiva-mente l’opera della Redenzione e il Regno della Volontà Divina, caratterizzano anche i vari atteggiamenti spirituali dell’uomo nei suoi rapporti con Dio:

il servo –e anche il figlio minorenne, che ha ancora mentalità di servo, essendo “come uno schiavo, pur essendo padrone di tutto” (Gal 4,1)– devono bussare alla porta della Divina Misericordia per ottenere. Da qui le esortazioni di Gesù a domandare (“Cercate e troverete, chiedete e riceverete, bussate e vi sarà aperto”, “Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo darà”, ecc.). Mentalità che si vede dalle “intenzioni” che si mettono, nelle petizioni che si fanno, ecc., dal momento che “lex orandi, lex credendi” (cioè, il modo di pregare dice qual è la fede). È il “figlio prodigo” in cammino di ritorno verso la Casa del Padre.

Invece, il figlio che vive ormai nella Casa paterna, nella Volontà del Padre, non sente alcun bisogno di chiedere nulla per sé, perché sente tutto suo. “Una sola cosa gli sta a cuore, la Divina Volontà e l’Amore”, dice Gesù alla sua piccola Figlia, Luisa Piccarreta. Non ha cose proprie, ma tutto in comune con il Padre, per cui solo cerca “il Regno di Dio –per tutti– e la sua Giustizia o Santità. Non si interessa più di sé (vive in un perfetto abbandono fiducioso), ma s’interessa di ciò che sta a cuore a Dio, il suo Regno e la sua Gloria, e di ciò che giova al prossimo e lo può unire di più a Dio.

In altre parole, chi sta ancora fuori della Casa deve bussare, chi invece è dentro non ha bisogno. Per questo, dice il Signore, nel paradiso terrestre, nei rapporti tra Adamo innocente e Dio c’era da parte dell’uomo l’adorazione, la lode, il ringraziamento e l’amore, ma non c’era la supplica o la preghiera di petizione. Quella è nata dopo il peccato, dopo la rottura dell’unione con Dio, quando l’uomo si è sentito bisognoso di tutto, bisognoso di Misericordia da parte di Dio:

“…Oh, se le creature potessero comprendere il gran male della volontà umana ed il gran bene della Mia, aborrirebbero tanto la loro, che metterebbero la vita per fare la Mia! La volontà umana rende schiavo l’uomo, gli fa avere bisogno di tutto; [esso si] sente continuamente man-care la forza, la luce; la sua esistenza è sempre in pericolo, e ciò che ottiene è a via di preghiere e stentatamente. Sicché il vero mendicante è l’uomo che vive di volontà sua.

Invece, chi vive della Mia non ha bisogno di nulla, tiene tutto a sua disposizione. La mia Volontà gli dà il dominio di se stesso e quindi è padrone della forza, della luce; ma non della forza e della luce umana, ma della Divina. La sua esistenza è sempre al sicuro, ed essendo padrone, può prendere ciò che vuole, né ha bisogno di chiedere per avere. Tanto è vero che, prima di sottrarsi Adamo dalla mia Volontà, la preghiera [1] non esisteva; il bisogno fa nascere la preghiera. Se di nulla aveva bisogno, non aveva né da chiedere né da impetrare. Sicché lui amava, lodava, adorava il suo Creatore; la preghiera non ebbe luogo nell’Eden terrestre. La preghiera venne, ebbe vita dopo il peccato, come bisogno estremo del cuore dell’uomo. Chi prega, significa che ha bisogno, e siccome spera, prega per ottenere. Invece, chi vive nella mia Volontà vive nell’opulenza dei beni del suo Creatore, [vive] da padrone, e se bisogno o desiderio sente, vedendosi in tanti beni, è quello di voler dare agli altri la sua felicità e i beni della sua grande fortuna: vera immagine del suo Creatore, che gli ha dato tanto, senza restrizione alcuna; vorrebbe imitarlo, col dare agli altri ciò che possiede.” (Volume 20°, 16.11.1926)

Negli Scritti di Luisa troviamo molti insegnamenti sulla preghiera, sia di ado-razione, di benedizione, di ringraziamento, di riparazione o di amore, sia d’inter-cessione e di petizione. Per esempio, la preghiera che Gesù rivolge al Padre nel cuore di Luisa:

“Gesù mi ha fatto sentire che pregava il Padre per me, dicendo: «Padre Santo, ti prego per quest’anima, fa’ che adempia in tutto perfettamente la nostra SS. Volontà. Fa’, o Padre adorabile, che le sue azioni siano tanto conformate con le mie, in modo tale da non potersi discernere le une dalle altre e così poter compiere su di essa ciò che ho disegnato». (Vol. 2°, 18.08.1899).

Oppure,

“Continuando il mio solito stato, sentivo che nel mio interno il benedetto Gesù pregava dicendo: «Padre Santo, glorifica il nome tuo, confondi e nasconditi ai superbi e manifestati agli umili, perché solo l’umile ti riconosce come suo Creatore e si riconosce come tua creatura». (Vol. 4°, 09.03.1903).

“… Il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e si faceva sentire che pregava per me, ed io solo capivo che implorava la potenza, la fortezza e la provvidenza del Padre per me, soggiungendo: «Non vedi, o Padre, come ha maggior bisogno d’aiuto, ché dopo tante grazie si vuol rendere peccatrice uscendo dalla nostra Volontà?» Chi può dire come mi sentivo spezzare il cuore nel sentire queste parole di Gesù?” (Vol. 5°, 07.04.1903).

Pregare per gli infermi è fare da medico a Nostro Signore (Vol. 2°, 03.10.1899). E se si prega per il prossimo, deve essere perché appartiene a Dio:

“Trovandomi nel solito mio stato, stavo pregando per certi bisogni del prossimo e il benedetto Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: «Per quale fine preghi per queste persone?» Ed io: «Signore, e Tu per quale fine ci amasti?» E Lui: «Vi amo perché siete cosa mia stessa, e quando l’oggetto è proprio, [ci] si sente costretti e come una necessità ad amarlo». Ed io: «Signore, sto pregando per queste persone perché sono cosa tua, altrimenti non mi sarei interessata». E Lui, mettendomi la mano alla fronte, quasi pre-mendola, ha soggiunto: «Ah, così è, perché cosa mia? Così va bene l’amore del prossimo». (Vol. 4°, 8.11.1903).

Gesù le spiega perché molte volte gli uomini chiedono e non ottengono, perché Dio accoglie solo quello che da Lui è uscito:

“Tutto ciò che esce da Me entra in Me. Ecco perché gli uomini si lamentano che non ottengono così facilmente quello che mi domandano, perché non sono cose che escono da Me e, non essendo cose che escono da Me, non possono così facilmente entrare in Me e uscire poi per darsi a loro, perché esce da Me ed entra in Me tutto ciò che è santo, puro e celeste. Ora, quale meraviglia se viene loro chiusa l’udienza, se le cose che domandano non sono tali? Ecco, perciò tieni tu bene a mente, che tutto ciò che esce da Dio entra in Dio”.

Chi può dire ciò che comprendevo su queste due parole? Ma non ho parole per sapermi spiegare. Ah, Signore, dammi la grazia che possa domandare tutto ciò che è santo e che sia desiderio e volontà tua, così potrai comunicarti con me più abbondantemente.” (Vol. 3°, 09.08.1900).

Luisa stessa prega incessantemente per la sua mamma agonizzante, offrendo per lei continuamente la Passione, costringe Gesù ad accontentarla, risparmian-dole il Purgatorio. (Vol. 7°, 13.04.1907)

La preghiera di Gesù è universale e facendosi sentire nel cuore di Luisa le insegna a fare ciò che fa Lui:

“…Non senti l’eco della mia preghiera nel tuo interno, che abbraccia tutto senza che nessuno mi sfugga? Perché tutte le cose e le generazioni tutte sono come un punto solo per Me; e per tutti prego, amo, adoro, riparo, e tu, facendo eco alla mia preghiera, ti senti come se prendessi in pugno tutti e tutto e ripeti ciò che faccio Io.” (Vol. 17°, 26.04.1925)

Figlia mia, come mi ferisce il cuore la preghiera di chi cerca solo il mio Volere! Sento l’eco della mia preghiera, che feci stando Io sulla terra. Tutte le mie preghiere si riducevano ad un punto solo, che la Volontà del Padre mio, tanto su di Me quanto su tutte le creature, si compisse.” (Vol. 17°, 22.02.1925)

“Stavo pensando a ciò che sta detto sopra, che la Volontà di Dio è un dono, e perciò come dono si possiede come cosa propria. Invece chi fa la Volontà di Dio deve stare ai comandi, deve domandare spesso, spesso, che cosa deve fare e che gliela presti in dono, non per essere padrone, ma per fare la stessa azione che Dio vuole, finita la quale [deve] restituire il dono che ha preso in prestito. Nella mia mente si facevano tante immagini e similitudini tra chi vive nel Volere Divino e lo possiede come dono, e chi fa la SS. Volontà di Dio, che non possiede la pienezza del dono, e se lo possiede è ad intervalli e in prestito.

Dico qualcuna di quelle similitudini. Supponevo che avessi una moneta d’oro che avesse la virtù di far sorgere quante monete io volessi. Oh, quanto mi potrei far ricca con questo dono. Invece un altra riceve in prestito questo dono per un’ora o per esplicare una sua azione, per restituirlo subito. Che differenza tra la mia ricchezza per il dono che posseggo, e quella [di] chi lo riceve in prestito!

Oppure, se avessi avuto in dono una luce che non si smorza mai, sicché di notte [e] di giorno io sono al sicuro, ho sempre il bene di vedere. Questa luce, che nessuno mi può togliere, si rende con me come connaturale e mi dà il bene di conoscere il bene per farlo e il male per fuggirlo, sicché con questa luce donatami in dono io mi schernisco di tutti: del mondo, del nemico, delle mie passioni e fin di me stessa. Quindi questa luce è per me sorgente perenne di felicità; è senza armi e mi difende, è senza voce e mi insegna, è senza mani e piedi e dirige la mia via e si fa guida sicura per portarmi al Cielo. Invece un altro, quando sente bisogno, deve andare a chiedere questa luce, quindi non la tiene a sua disposizione. Abituato a non guardare sempre insieme con la luce, non possiede la conoscenza del bene e del male, e non ha forza sufficiente per fare il bene ed evitare il male. Onde, non possedendo la luce accesa [e] continuata, in quanti inganni, pericoli e vie strette non si trova? Che differenza, tra chi possiede come dono suo questa luce e chi la deve andare a chiedere quando ha bisogno!” (Vol. 18°, 25.12.1925)

“Figlia mia, la Regina del Cielo nella Redenzione non fece nessun miracolo, perché le sue condizioni non permettevano di dare la vita ai morti, la sanità agli infermi, perché dal momento che la sua Volontà era quella di Dio medesimo, ciò che voleva e faceva il suo Dio, [lo] voleva e faceva Lei; né aveva altra volontà per chiedere a Dio miracoli e guarigioni, perché alla sua volontà umana non diede mai vita e per chiedere miracoli a questa Volontà Divina doveva avvalersi della sua, ciò che non volle fare, poiché sarebbe [stato] discendere nell’ordine umano, ma la Sovrana Regina non volle dare mai un passo fuori dell’ordine divino, e chi sta in esso deve volere e fare ciò che fa il suo Creatore, molto più che con la vita e la luce di questa Divina Volontà, vedeva che il meglio, il più perfetto, il più santo anche per le creature, era quello che voleva e faceva il suo Creatore. Quindi, come poteva discendere dall’altezza dell’ordine divino? E perciò fece solo il gran miracolo che racchiudeva tutti i miracoli, la Redenzione, voluta dalla stessa Volontà di cui era animata, che portò il bene universale e a chiunque lo vuole. La gran Madre Celeste, mentre in vita non fece nessun miracolo apparente, né di guarigioni, né di risuscitare i morti, faceva e fa miracoli [in] tutti i momenti, [a] tutte le ore e tutti i giorni, perché, come le anime si dispongono, si pentono, dando Lei stessa le disposizione al pentimento, biloca il suo Gesù, il frutto delle sue viscere, e tutto intero lo dà a ciascuno come conferma del gran miracolo che Dio volle che facesse questa Celeste Creatura. I miracoli che Dio stesso vuole che facciamo senza mescolamento di volontà umana, sono miracoli perenni, perché partono dalla sorgente divina che mai [si] esaurisce e basta volerli per riceverli.

Ora le tue condizioni si danno la mano con l’impareggiabile Regina del Cielo: dovendo tu formare il regno del «Fiat» Supremo non devi volere se non ciò che vuole e fa la mia Divina Volontà, né la tua volontà deve avere vita, ancorché ti sembri di fare un bene alle creature, e come la Mamma mia non volle fare altri miracoli se non quello di dare il suo Gesù alle creature, così tu, il miracolo voluto dalla mia Volontà Divina che tu faccia è quello di dare la mia Volontà alle creature, di farla conoscere per farla regnare. Con questo miracolo farai più di tutto, metterai al sicuro la salvezza, la santità, la nobiltà delle creature e sbandirai anche i mali corporali di esse, [la cui] causa [è] perché non regna la mia Volontà Divina; non solo, ma metterai in salvo una Volontà Divina in mezzo alle creature e le restituirai tutta la gloria e l’onore che l’ingratitudine umana le ha tolto. Ecco perché non ho permesso che gli facessi il miracolo di guarirlo [2], ma gli hai fatto il gran miracolo di fargli conoscere la mia Volontà, ed è partito dalla terra col possesso di essa e adesso gode nel pelago della luce della Divina Volontà, e questo è più di tutto.” (Vol. 22°, 01.06.1927)

“La Regina del Cielo col suo impero prega continuamente che venga il Regno della Divina Volontà sulla terra, e quando mai le abbiamo negato nulla? Le sue preghiere sono venti impetuosi per Noi, che non possiamo resistere, e la stessa forza della nostra Volontà che Lei possiede è per Noi impero, comando. Lei ha tutto il diritto d’impetrarlo, perché lo possedeva in terra e lo possiede in Cielo; quindi come posseditrice può dare ciò che è suo, tanto che questo Regno sarà chiamato il regno dell’Imperatrice Celeste.” (Vol. 33°, 14.07.1935)

Quindi Gesù ha pregato per i suoi (Gv 17), come anche la Mamma Celeste ha pregato e “prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”. Preghiera d’intercessione. E per chiedere per noi “il Regno di Dio e la sua Giustizia” alla Giustizia del Padre, loro che “avevano il diritto d’impetrarlo”, cioè di ottenerlo con giustizia a noi perché appartiene ad essi, quindi il diritto di darlo perché è di loro proprietà.

Così, chi vive nella Divina Volontà sente chiaramente di non aver bisogno di nulla, ma solo il bisogno di amore di dare. Non ha bisogno di chiedere, ma fa come fece la Mamma Celeste alle Nozze di Cana: fece presente a suo Figlio il problema degli altri (lo condivise con Lui nel modo più semplice), senza dirgli cosa doveva fare, e agli altri disse di “fare come suo Figlio avesse detto loro”, condizione indispensabile per ottenere da Gesù –come la Mamma Celeste dice a Luisa– “il necessario e il superfluo”.

Quante cose vorrebbe darci Dio, nostro Padre Celeste! Ed è Sua volontà che in quanto figli uniti al Figlio (“nel suo Nome”) gliele chiediamo, certo, ma come le ha chiesto Gesù: avendo identificato la nostra volontà con la Sua e lasciando a Dio il totale modo di risolvere il nostro problema, di esaudire la nostra richiesta (“Padre, se è possibile…, tuttavia non la mia, ma la tua Volontà sia fatta”).

Quante cose vorrebbe darci ancora nostro Padre Divino, ma quante di queste cose –secondo la sua Volontà– debbono essere da noi richieste con vera con-sapevolezza e vero desiderio, che, previo un atteggiamento di umiltà (il contrario è l’arroganza nel chiedere, il pretendere), si traduce in fiducia (“fede”) e perse-veranza. Insomma, quante volte e per tante cose il nostro chiedere deve rag-giungere un certo grado d’intensità, nel modo indicato, perché “faccia contatto” con il Suo desiderio di dare.

Non si oppone la preghiera di petizione al rapporto fiducioso di figli con il Padre, dal momento che Gesù dice: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11,9-13).

Basta di considerare la preghiera di petizione come una sorta di “tiro alla fune” con Dio, di “braccio di ferro” o di lotta con Lui. Non mettiamo Lui sopra un piatto di una bilancia e la nostra preghiera sull’altro piatto per vedere se riusciamo a superare la sua “resistenza”. La nostra preghiera non può servire a “convincerlo” di nulla, ma a “convincere noi” della Sua bontà, sapienza e grazia.

Non è che Dio sia avaro dei suoi doni, affatto, né duro di cuore come tante volte è giudicato dall’uomo, ma Egli dispone la concessione delle sue grazie e dell’esaudimento delle nostre petizioni in funzione della nostra crescita nella fiducia in Lui, della crescita della nostra unione con la sua Volontà. Quindi, la concessione di molte cose dipende –perché così Egli ha stabilito– non solo da Lui ma anche da noi, dal grado della nostra fiducia e della nostra unione con la sua Volontà, fino all’identificazione della nostra con la Sua in uno stesso volere.

Per questo la Mamma celeste disse una volta, a Medjugorje: “Sta a voi ottenere le grazie da Dio: c’è chi le ottiene forse dopo un anno, chi in un mese, chi in un giorno e chi in un minuto”.

Ma il tutto si riassume nella parola di Gesù, fondamentale:

“Cercate innanzi tutto il Regno di Dio e la sua Giustizia

e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”

P. Pablo Martín



[1] - Preghiera intesa come petizione o supplica.

[2] - Il Padre Di Francia (Sant’Annibale) le aveva chiesto di pregare per lui affinché Gesù lo guarisse.