venerdì 2 marzo 2012

Marzo con S.Giuseppe

2 Marzo
 GIUSEPPE GIUSTO
Cum esset iustus. Essendo giusto... Matt., 1, 19.
1. Giuseppe è giusto.
Lo dice lo Spirito Santo, ed è tutto il suo elogio, tutta la sua grandezza.
Il mondo parla spesso di giustizia e la giu­stizia magnifica a parole, ma, in sostanza, il mondo è tutto posto nell'ingiustizia. Il moti­vo è evidente: il mondo dimentica pratica­mente Iddio, e quindi in nessun modo può farsi servitore fedele della giustizia, la quale solo in Dio può avere stabile fondamento.
Giuseppe invece è tutto di Dio: e chi sta con Dio e a Dio vuol bene naturalmente fa quel che Dio vuole.
Giuseppe sta attento al cenno di Dio.
2. Egli vive di Dio.
C'erano allora i suoi fratelli, i figli d'Isra­ele, che si dicevano figli di Dio, ma purtrop­po della legge di Dio avevano completamen­te dimenticato lo spirito. S'erano attaccati alla giustizia legale; alla giustizia che considerava soltanto la lettera della legge, ma della leg­ge ignorava l'anima. Erano rimasti alla scor­za dell'albero; avevan timore di giungere al midollo.
Non così Giuseppe che, studiando di gior­no e di notte il codice della legge, aveva, per­ché era semplice e amante, scoperto le vene più profonde del pensiero di Dio, sì che le sue azioni erano il riflesso del suo pensiero, della sua fede.
L'albero buono dà frutti buoni.
3. Egli è sicuro di Dio.
La giustizia, quando è vera, è sinonimo di santità. I giusti sono i santi: e Giuseppe è giu­sto in tal senso. E perciò, abbandonato com'è al volere divino, non può temere. Gli uomini temono, in quanto si affidano agli uomini: ma chi si affida a Dio non sarà confuso in eterno.
Giuseppe si studia, con tutta l'anima, di far piacere a Dio, e Dio vuol far piacere a Giuseppe. La giustizia genera la pace, la pace assicura la gioia.
       Giuseppe giusto, insegna anche a me le austere dolcezze della giustizia cristiana, la quale, tu lo dimostri, non poggia sulla forza, ma sull'amore. Per esser giusti bisogna ama­re. Ora lo sento, o amabile patrono; sento che, per far la volontà di Dio e passare tra fratelli con la veste della giustizia, occorre alimentar nel cuore la fiamma della carità. Ottienila tu a quest'anima, che ne ha tanto bisogno!

LETTURA

Giulio Salvadori, il poeta santo dell'età nostra, ha cose delicatissime intorno a san Giuseppe. «Il padre di famiglia - a Nazaret - è un falegname: e se dai tratti che abbiamo di lui dobbiamo dire quale fosse il più bel pregio umano della sua indole, possiamo dire l'umil­tà con mansuetudine e dolcezza: l'umiltà che splende nel soave sorriso. È l'uomo del lavo­ro ordinato e paziente che, compiuto il suo dovere amorosamente, s'addormenta tran­quillo in Dio: ma insieme è lo sposo e il cu­stode amante, che conosce i dolori e le trepidazioni di chi ama davvero, che sa al caso sacrificarsi tutto per quelli che ama più di se stesso. Umile nella dignità del sangue regale, semplice e prudente, mite e forte, verginalmente casto, visibilmente paziente e obbedientissimo alla volontà divina, egli meritò davvero il gran nome di giusto». FIORETTO. Esaminerò con cura la mia coscienza, e se mi rimorde di qualche fallo grave, mi con­fesserò subito.
GIACULATORIA. Giuseppe giustissimo, prega per noi.
Dal santo stelo di tua giustizia pura letizia sboccia nel Cielo.
Ave S.Giuseppe figlio di Davide, scelto dal Padre, custode del Figlio, tu sei benedetto da Dio e benedetto è il tuo amato Gesù. Giusto fra i giusti, sposo castissimo di Maria, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte amen.
dal sito preghiereagesuemaria.it

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