lunedì 23 gennaio 2012

ADORAZIONE DELL'INFANZIA DI GESU'

CATECHESI SULL'INFANZIA E L'ADOLESCENZA DI GESU'
(inizio e primo gg)

L'ANNUNCIAZIONE


Volendo parlare dell'infanzia e fanciullezza di Gesù ci sembra opportuno iniziare dall'annunciazione a Maria (collocata secondo la tradizione il 25 marzo, per rispetta­re il tempo di nove mesi esatti dalla nascita di Gesù fissa­ta il 25 dicembre). Il fatto è indubbiamente il più grande e importante di tutta la storia, non tanto per l'apparizione dell'arcangelo Gabriele e il suo annuncio, ma per il fatto dell'incarnazione (= unione della natura divina - secon­da persona della Santissima Trinità - con la natura uma­na) che segue immediatamente l'assenso della Vergine.
È il momento in cui inizia la vita di Gesù (Dio-uomo) sulla terra!
Prima di narrare questo evento, gli scrittori primitivi indugiano a parlare dei genitori di Maria (Gioacchino e Anna, nomi che conosciamo soltanto dalla tradizione) che concepirono questa figlia in tarda età, dopo una vita sterile, sommamente ignominiosa per gli ebrei del tempo, per cui lo stesso Gioacchino sarebbe stato allontanato dal tempio e rifiutate le sue offerte, anche se ricche. Parlano della concezione, della nascita, della sua presentazione al tempio, dove sarebbe rimasta dall'età di tre anni fino al periodo della pubertà... e poi data in sposa a Giuseppe, discendente dalla casa reale di Davide, miracolosamente designato dalla fioritura di una verga (bastone) per cui san Giuseppe viene sovente raffigurato con una verga fio­rita in mano.
L'annunciazione viene narrata sobriamente, ma in modo completo, nel capitolo primo del vangelo di Luca (vv. 26-38). Certamente il fatto avvenne nell'intimità della casa di Maria, come si addice giustamente alla sua natura e santità. Ma dato che l'inizio sembra lasciare una certa libertà, alcuni scrittori pongono il primo annunzio alla fontana del paese, dove Maria si era recata per attingere acqua; ma anche in questo caso il vero annunzio, il dialo­go con l'Angelo e l'incarnazione del Verbo avvengono nella stanzetta di lavoro di Maria.
Sappiamo che tutta la vita di un paese, non solo in Palestina ai tempi di Gesù, ma anche nei nostri paesi e per molti secoli, aveva per centro la fontana. Nessuna meraviglia quindi se alcuni pongono qui il primo annun­cio dell'angelo. Del resto, ancora oggi noi immaginiamo molte cose intorno a quella fontana: che la Madonna vi si recasse ogni giorno con la brocca sul capo, come le don­ne di allora, e magari cantasse sommessamente i salmi lungo il tragitto.
Il vangelo non dice nulla di tutto ciò.
Il vangelo apocrifo di Bartolomeo pone una prima annuncíazíone - quasi un preannuncio - nel tempio stesso di Gerusalemme, nel quadro di una grande teofa­nia durante la quale si spezza il velo del tempio come du­rante la passione di Gesù (cfr. Mt. 27, 51) e il significato è naturalmente lo stesso, cioè la fine dell'antico Testamen­to e l'inizio del nuovo. Dio, per mezzo di un angelo di­rebbe a Maria: « Gioisci, o piena di grazia e vaso di ele­zione... Ancora tre anni e ti manderò la mia parola; tu concepirai un figlio per mezzo del quale sarà salvata tutta la creazione. Tu sarai il calice del mondo. Pace a te, mia diletta... ». 
II
LA NASCITA DI GESÙ
Tralasciando l'annuncio e la nascita di san Giovanni Battista, lo sposalizio di Maria con san Giuseppe, la visita a s. Elisabetta, il dolore di Giuseppe nel vedere Maria in­cinta e la conseguente apparizione dell'angelo, cose già narrate nel vangelo di Matteo e di Luca e che non interes­sano direttamente l'ambito del nostro lavoro, veniamo al­la nascita di Gesù.
Anche questa viene narrata con sobrietà e precisione nel secondo capitolo del vangelo di Luca.
I vangeli apocrifi hanno dei particolari interessanti. Sappiamo che la nascita avvenne durante un censi­mento, ordinato da Cesare Augusto, e loro aggiungono che era l'anno 309 dell'era dei Greci.
Dalla nascita di Gesù comincia l'era cristiana, o vol­gare, che tutti i popoli conoscono, il cui computo è stato fatto da un certo Dionigi Esiguo (= il piccolo) monaco scita del quinto secolo. Egli stabilisce la nascita di Cristo nell'anno 754 di Roma. Però ha commesso un errore per­ché si sa con certezza che Erode (l'uccisore dei santi In­nocenti) morì nella primavera del 750 di Roma. Quindi lo scarto è di 5-6 anni, che dovremmo aggiungere nel com­puto dell'era cristiana. Da qui il detto scherzoso: quando Gesù è nato (anno primo dell'era volgare) aveva circa 5 o 6 anni!
A titolo di curiosità riportiamo il computo degli anni secondo il vangelo di Nicodemo (12, 4): « Noi, principi dei sacerdoti abbiamo aperto questa Bibbia (di Esdra) e abbiamo indagato tutte le generazioni fino alla generazione di Giuseppe... e abbiamo trovato che dal tempo in cui Dio fece il cielo e la terra e il primo uomo fino al diluvio vi sono 2.212 anni; dal diluvio fino alla erezione della tor­re di Babele vi sono 531 anni; dall'erezione della torre fi­no ad Abramo vi sono 606 anni; da Abramo fino all'usci­ta dei figli di Israele dall'Egitto vi sono 470 anni; e dall'u­scita dei figli di Israele dall'Egitto fino alla costruzione del Tempio vi sono 511 anni; dalla costruzione del tem­pio fino alla sua distruzione vi sono 464 anni; con la Bib­bia di Esdra siamo giunti fino a qui; indagando dall'in­cendio del tempio fino all'avvento di Cristo e alla sua na­scita abbiamo trovato che ci sono 636 anni. La sommato­tale è di 5.500 anni, secondo quanto abbiamo trovato scritto nella Bibbia, come aveva predetto Michele arcan­gelo a Set, terzo figlio di Adamo: dopo 5.500 anni sareb­be venuto Cristo, figlio di Dio ».
Il martirologio romano (edizione 1964) che una vol­ta si leggeva durante la recita dell'ufficio divino (ora di « Prima ») il 25 dicembre, proclamava: « Nell'anno 5.999 dalla creazione del mondo, quando nel principio Dio creò il cielo e la terra; dal diluvio l'anno 2.957; dalla nascita di Abramo l'anno 2.015; da Mosè e dall'uscita del popolo d'Israele dall'Egitto l'anno 1.510; dalla con­sacrazione del re Davide, l'anno 1.032; nella settimana 65a secondo la profezia di Daniele; nell'Olimpiade 194 a; l'anno 742 dalla fondazione di Roma; l'anno 42 dell'im­pero di Ottaviano Augusto..., nella sesta età del mondo... Gesù Cristo, eterno Dio e figlio dell'Eterno Padre... in Betlemme di Giuda nacque da Maria Vergine, fatto uo­mo ».
Questo annuncio veniva solennemente cantato la mattina della vigilia di Natale e all'ultima affermazione tutti si mettevano in ginocchio.
5.999 anni, o 5.500... dalla creazione del mondo! Questi documenti sono ben lontani dal precisare una data storica - anche se in antico qualcuno lo pretendeva. L'età del mondo è ben più antica. Si pensi che la rivi­sta « Famiglia Cristiana » (30 gennaio 2000, p. 29) ha pubblicato che era stato trovato in Australia il fossile di un pesce che si stima risalire a 400 milioni di anni fa! - Quanto all'esistenza dell'uomo, si hanno dei re­perti archeologici che risalgono almeno a duecentomila anni fa!
Riguardo alla grotta (o stalla, che alla fin fine è la stes­sa cosa) il vangelo dice che è stato un ripiego, perché non c'era posto nell'albergo. Secondo i nostri scritti invece è Maria stessa che la scorge e la sceglie: « Entriamo in questa grotta, perché è imminente ormai il tempo di par­torire ».
La grotta si illumina di una luce che non si può de­scrivere: « Questa luce ha oscurato con lo splendore del suo chiarore la stessa luce del sole e questa grotta si è riempita di uno splendido chiarore e di un odore soavis­simo ».
Gesù nasce tra lo stupore della natura: « Nel più grande silenzio. In quel momento si sono fermate tutte le cose: cessarono i venti, non s'è più mossa alcuna foglia degli alberi, non s'è più udito alcun rumore di acque, i fiumi fermarono il loro corso e il mare le sue onde; tac­quero tutte le fonti delle acque, non risuonò più alcuna voce umana. Tutto il tempo si fermò in un grande silen­zio nel momento della nascita del Redentore ».
La descrizione sottolinea l'importanza dell'avveni­mento che tutto il creato si ferma a contemplare e ci ricorda una gentile poesia natalizia, imparata durante il tempo delle scuole elementari... ma si rifà soprattutto al « magnum silentium » cui accenna la Scrittura. Riguardo alla grotta, un vangelo apocrifo fa dire a Gesù: « Mia madre mi ha generato in una grotta che non è lecito nominare né cercare: in tutto il creato non v'è uomo che la conosca ad eccezione di me, di mio Pa­dre e dello Spirito Santo » (Storia di S. Giuseppe fale­gname, 14, 2).
Verrebbe quasi da pensare - per associazione di idee - al luogo della sepoltura di Mosè che nessuno poté conoscere (Dt. 34, 6). Ma qui al mistero che nessu­no può conoscere non è tanto la grotta, luogo della na­scita, ma la nascita stessa, o meglio il fatto dell'incarna­zione, cioè l'unione della natura divina con quella umana che costituisce uno dei principali misteri della nostra santa fede.

La verginità di Maria

La verginità di Maria, anche nel parto, è una cosa mi­steriosa e bellissima, che brilla come una perla nella sua figura. Noi la dobbiamo credere.
Gesù nacque nella luce... uscì come un raggio di lu­ce... lasciando intatto il corpo della Mamma nella sua in­tegrità fisica. Lo provano l'insegnamento costante della Chiesa e tutta la tradizione; lo si ricava anche dal Vangelo che dichiara testualmente come Maria stessa, senza aiuto di alcuno, « lo avvolse in fasce e lo depose in una mangia­toia » (Lc. 2, 7).
Oggi non manca chi crede e insegna - certamente contro la dottrina comune della Chiesa - che la vergi­nità fisica non ha importanza di fronte a quella spiri­tuale... e quindi la lasciano da parte. Non la negano, ma vedono con piacere le doglie del parto anche nella Ma­donna, poiché così è « più donna », più vicina a tutte le donne... Sappiamo anche che il famoso regista Zeffirelli, nel suo sceneggiato « Gesù di Nazaret », fa vedere la Ma­donna nelle doglie del parto... - Certo è lo spirito che vale, ma anche il fattore fisico, cioè la verginità della car­ne, ha significato e importanza.
II Signore Dio, in tutta la Bibbia e in tutta la tradizio­ne cristiana, ha dimostrato di preferire l'integrità, le cose intatte, non toccate dalla mano di uomo. Ad esempio le pietre dell'altare: « Se tu mi fai un altare di pietra, non lo costruirai con pietra tagliata, perché alzando la tua lama su di essa, tu la renderesti profana » (Es. 20, 25). Per que­sto, quando Giuda Maccabeo purifica il tempio profana­to dai pagani e ricostruisce l'altare degli olocausti, co­manda che si ricostruisca l'altare « con pietre grezze se­condo la legge » (1 Mac. 4, 47). Possiamo pure ricordare che Gesù, entrando solennemente a Gerusalemme come messia, volle cavalcare un asino « sul quale nessuno era mai salito » (Lc. 11, 2)... e per il riposo dopo la morte vol­le una « tomba nuova, nella quale nessuno era stato anco­ra deposto » (Lc. 23, 43; Gv. 19, 41).
Non sono accostamenti a caso. È il valore dell'inte­grità.
(tratto dal sito: www.preghiereagesuemaria.it....fine prima parte)

CONSACRAZIONE AL BAMBINO GESU'
Dolce mio Redentore, dhè chi puo' comprendere e dare degna lode e ringraziamento per il Dio venuto a farsi bambino e uomo??? No, mio Re, non mi è facile comprendere. E' un mistero di amore e umiltà così grande che io, povera anima, avvelenata dal tarlo del peccato e della superbia, fatico a penetrare, ad accettare ed accogliere per darti anche in me un degno Natale.  Ma oh bambino è consacrando la mia vita e me stesso con tutto cio' che Tu mi hai donato di essere e di avere, che spero ottenere tutti i lumi e i doni per entrare nella meraviglia del Mistero della Salvezza!
Gesù bambino, fammi amare come Tu ami, nell'umiltà e nella piccolezza, nel nascondimento e nell'abbandono, così povero come sono, perchè percorrendo man nella manina con te, questa gioia del Dio con noi, io conosca e ami  la stessa via dell'infanzia evangelica che mi fanno simile a Te e al Cuore della nostra Santa Mamma.
Oh deliziosa e amabilissima virtù dell'umiltà e della piccolezza, tanto preziosa all'anima e tanto cara al Cuore di Dio!
Grazie Santo Bambino, alla Santissima Trinità e al Fiat di Maria Immacolata che ti ha permesso di dimorare tra noi, Lode, Gloria e ogni benedizione da ogni creatura nei secoli dei secoli. Amen!

CORONCINA A GESU' BAMBINO

Questa coroncina fu rivelata alla ven. Margherita del Santissimo Sacramento. Devotissima del Santo Bambino e fervente zelatrice della devozione a Lui, ricevette un giorno una grazia speciale dal divino Bambino che Le apparve mostrandole una coroncina splendente di luce celeste, e dicendole: "Va, diffondi questa devozione fra le anime ed assicurale che accorderò grazie specialissime d'innocenza e purezza a coloro che porteranno questo piccolo rosario e con devozione lo reciteranno in ricordo dei misteri della mia santa infanzia".
Preghiera iniziale
O Santo Bambino Gesù, mi unisco di cuore ai devoti pastori che Ti adorarono nel presepio e agli Angeli che Ti glorificano in Cielo.
O divino Gesù Bambino, adoro la tua croce e accetto quello che Ti piacerà mandarmi.
Adorabile Famiglia, vi offro tutte le adorazioni dei Cuore Santissimo di Gesù Bambino, del Cuore Immacolato di Maria e del Cuore di San Giuseppe.
1 Padre nostro  (per onorare Gesù Bambino)

"Il Verbo si è fatto carne - ed abitò fra noi".
4 Ave Maria (in ricordo dei primi 4 anni dell'infanzia di Gesù)
1 Padre nostro (per onorare la Santissima Vergine Maria)

"Il Verbo si è fatto carne - ed abitò fra noi".
4 Ave Maria (in ricordo dei successivi 4 anni dell'infanzia di Gesù)
1 Padre nostro (per onorare San Giuseppe)

"Il Verbo si è fatto carne - ed abitò fra noi".
4 Ave Maria (in ricordo degli ultimi 4 anni dell'infanzia di Gesù)

Preghiera finale:
Signore Gesù, concepito di Spirito Santo, Tu hai voluto nascere dalla Santissima Vergine, essere circonciso, manifestato ai gentili e presentato al tempio, essere portato in Egitto e qui trascorrere una parte della tua infanzia; di là, ritornare a Nazareth ed apparire in Gerusalemme come un prodigio di sapienza tra i dottori.
Noi contempliamo i primi 12 anni della tua vita terrena e Ti chiediamo di concederci la grazia di onorare i misteri della tua santa infanzia con tanta devozione, da divenire umili di cuore e di spirito e conformi a Te in tutto, o divino Bambino, Tu che vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.

DAL LIBRO DELLE NOVENE DELL'ANCILLA

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