lunedì 6 febbraio 2012

L'Adorazione dell'Infanzia di Gesù per riparare i peccati di superbia e orgoglio

....prosegue.... 
La circoncisione
« Quando furono passati gli otto giorni per la circon­cisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre » (Lc. 2, 21).
La circoncisione era per gli ebrei una cerimonia che teneva il posto del nostro battesimo e aveva luogo otto giorni dopo la nascita. Si praticava una piccola incisione nella carne del bambino maschio che rimaneva come se­gno dell'alleanza stipulata da Dio con Abramo (cfr. Gen. 17; Lv. 12, 3) e il piccolo entrava a far parte del popolo di Dio, erede delle promesse divine.
Quel giorno era venuta alla grotta una donna anzia­na, colpita da paralisi. Entrò mentre Maria dava il latte al suo bambino e subito una grande luce inondò tutto l'am­biente. La donna, altamente stupita, si rivolse a Maria di­cendo:
- Sei tu la madre di questo bambino? Maria annuì e la donna aggiunse:
- Tu non assomigli a nessuna delle figlie di Eva. E Maria:
- È vero. Come nessun fanciullo è simile a mio fi­glio.
La donna proseguì domandando la guarigione. E la Madonna:
- Poni le mani sul mio bambino e guarirai!
La donna, subito guarita, esclamò: « D'ora in poi sarò ancella e serva di questo bambino per tutti i giorni della mia vita ».
Presente alla cerimonia della circoncisione, ella prese la piccola membrana tolta al corpicino di Gesù (altri par­lano del cordone ombelicale... ma dopo otto giorni pote­va esserci ancora?) e la mise in un'ampolla di profumo di vero nardo, molto prezioso. La donna aveva un figlio profumiere, gli consegnò l'ampolla e gli disse: « Guardati bene dal vendere questa ampolla, anche se per essa ti of­frissero trecento denari ».
Questa ampolla, in seguito, sarebbe stata acquistata da Maria Maddalena, la peccatrice, quella che poi versò il profumo sul capo e sui piedi di Gesù durante la cena in casa di Lazzaro, sei giorni prima della pasqua (cfr. Gv. 12,3).
Indubbiamente la fantasia dello scrittore era più che sbrigliata; vagava veramente tra le nuvole, mentre l'accenno ai piedi potrebbe derivare dal testo dell'Eso­do (4, 24-26). - L'episodio mette in risalto la dignità del Bambino e di sua Madre: Non assomigli a nessuna delle figlie di Eva! 
L'adorazione dei Magi
Il tredicesimo giorno dalla nascita del Bambino, Giu­seppe, uscendo sulla strada vide una folla di viandanti ve­nire verso la grotta... ed erano guidati da una luce che li precedeva.
Tralasciando ciò che già conosciamo dai vangeli ca­nonici (cfr. Mt. 2, 1-12) notiamo:
Quando i personaggi con il loro seguito arrivarono all'ingresso della grotta, Giuseppe li fermò:
- Chi siete? - (Aveva capito che erano forestieri e venivano da lontano. Portavano infatti ampie vesti, di va­rio colore e berretti frigi in capo). Risposero:
- Abbiamo visto in cielo la stella del re degli ebrei e siamo venuti ad adorarlo, perché sta scritto nei libri anti­chi a proposito del segno di questa stella: quando sarà ap­parsa questa stella, nascerà il re eterno che darà ai giusti la vita immortale.
I libri della Bibbia (= libri antichi) - come le tra­dizioni sulla creazione, il peccato e il diluvio - erano noti, più o meno rettamente, anche ad altri popoli. Qui si allude certamente alla profezia di Balaam (Libro dei Numeri 24, 17):
« Io lo vedo, ma non ora io lo contemplo ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe... ».
Entrati nella grotta, i Magi salutarono prima la Madonna, dicendo: « Salve, degnissima signora, piena di ogni grazia ». Poi si accostarono alla mangiatoia, vide­ro il Bambino e lo adorarono. Offrirono i doni tradizio­nali (oro, incenso e mirra), ma anche molti altri doni a Maria.
Usciti dalla grotta, incontrarono di nuovo Giuseppe e gli dissero: « Tu sei beatissimo, essendo degno di nutrire un tale fanciullo. Infatti sarai chiamato suo padre, perché sarai a sua disposizione, non come a un figlio ma come al tuo Signore, e perché lo tocchi con le tue mani, con gran­de timore e riverenza. Il suo nome è più grande del tuo... A lui serviranno tutte le tribù della terra e ogni lingua lo proclamerà Signore... ».
Evidentemente l'autore di questi testi intendeva far risaltare la divinità del Bambino e come san Giuseppe non fosse il vero padre, ma il custode, a disposizione di ogni necessità della « piena di grazia » e del figlio.
La fantasia ha provveduto anche a dirci da dove pro­venivano i ricchi doni portati dai Magi. All'inizio si trovavano addirittura nel paradiso terrestre, dove c'era abbon­danza di ogni bene. Al momento della cacciata dei proge­nitori dopo il peccato, il primo uomo, Adamo, avrebbe avuto la possibilità di trafugarli, nascondendoli in una grotta. Se ne tramandò la memoria da una generazione al­l'altra, in base alle notizie trasmesse da Adamo al figlio Set, fino ai Magi che li presero per offrirli al Signore (Vangelo arabo apocrifo 64, 32).
Il Vangelo di Matteo (2, 1-7) precisa i doni portati dai Magi, ma non il numero dei donatori. Nella maggio­ranza degli scritti primitivi essi sono tre... ma c'è chi par­la di sei, dieci o dodici, tutti di stirpe regale e addirittura con un seguito di milleduecento uomini. Quest'ultima notizia non è certamente probabile, poiché una tale moltitudine avrebbe a ragione messo Erode in appren­sione. Il numero di tre si è imposto per il fatto dei tre doni. I loro nomi sarebbero Gaspare, Melchiorre e Bal­dassare. Al primo viene attribuito il dono della mirra, a Melchiorre l'incenso e a Baldassare l'oro. Un altro scritto ha nomi diversi: Melco, Gaspare e Fadizarda (Sedulius Scotus). - Una tradizione tardiva li fa martiri per amo­re di Gesù. I loro corpi sono venerati nel duomo di Co­lonia 
La stella cometa
I Magi spiegarono a Giuseppe: « L'abbiamo saputo dal segno di una stella: ci è apparsa infatti più sfolgorante del sole, sul cui fulgore nessuno ha mai potuto dire nulla. Questa stella, che è sorta, significa che nello splendore del giorno regnerà la stirpe di Dio ».
Il Vangelo canonico dice semplicemente: « Abbiamo visto sorgere la sua stella... La stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino » (Mt. 2, 2.9).
Molti cercarono di spiegare come fosse questa stella che guidò i Magi alla grotta di Gesù. Certamente non po­teva essere una stella comune, con la sua traiettoria nel cielo come le altre stelle. Difficilmente infatti avrebbe po­tuto indicare la strada a gente che camminava sulla terra e soprattutto fermarsi sulla grotta o sulla « casa ». - Se­condo alcuni apocrifi, non era altro che un angelo che il­luminava e seguiva il cammino. La spiegazione è attraente e non contraddice il vangelo.
Nel vangelo arabo dell'infanzia abbiamo chiara l'idea della stella-angelo, con l'attestazione esplicita e forma­le della verginità di Maria anche nel parto: « ... Vi era al tempo del profeta Mosè, un uomo di nome Zaradus (= Zoroastro?), colui che inventò la scienza del magismo (= non la nostra magia ma lo studio delle stelle). Men­tre un giorno stava seduto presso una sorgente, insegnan­do ai seguaci la scienza del magismo, interrompendo il suo discorso disse loro: « Una vergine partorirà senza la rottura del sigillo della verginità... E lo crocifiggeran­no gli ebrei nella città santa che fu costruita da Melchi­sedek; e risorgerà dai morti e salirà al cielo. Ed ecco il segno della sua nascita: vedrete in oriente una stella più brillante della luce del sole e delle stelle che sono nel cielo, poiché essa non è una stella, ma un angelo di Dio... » e conclude dicendo che questo astrologo non sa­rebbe altro che il profeta Balaam, da noi ricordato sopra (= Vangelo apocrifo dell'infanzia, codice lamenziano, prologo).
Descrizioni fantastiche ce ne sono tante e non solo nei primi secoli. Il vangelo arabo apocrifo dell'apostolo Giovanni riporta una delle descrizioni della stella fra le più graziose e fantastiche: « I magi, che erano dei re in Oriente, videro in cielo una stella la cui luce era simile alla luce del sole; questa luce si sprigionava come una fa­scia fissa dal cielo in terra, e in mezzo a questa luce c'era l'immagine di una vergine adolescente che reggeva un piccolo fanciullo sul cui corpo vi era una corona di luce » (n. 64).
Questa stella riveste poi un significato simbolico « ... infatti è parola di Dio. Quante sono le stelle, altret­tante sono le parole di Dio ». Certamente la parola di Dio è luce che illumina, ma non si confonde con le stelle.
Notiamo che alla venuta dei Magi, la sacra Fami­glia doveva avere abbandonato la grotta della natività e trovato una casa in Betlemme. Il vangelo infatti dice « entrati nella casa » (Mt. 2, I1).
.....prosegue lunedì prox...
Adoriamo Gesù Bambino nel desiderio di essere piccoli davanti a Dio e invisibili al mondo
Con la corona del Rosario:
1 Credo, Pater, 3 Ave e 1 Gloria, 1 Angelo di Dio e 1 Atto di dolore
Per mezzo della Santa Famiglia o Padre e per i suoi meriti nell'Amore, di Cui Gesù Bambino era centro e sole, ti offro questa coroncina affinchè io possa riparare ai miei e agli altrui peccati di orgoglio.
Sul grano grande di ogni decina:
S.ta Famiglia di Nazareth, scelta e amata da Dio perchè piccola, povera e umile, insegnami ad essere umile e vivere l'umiltà.
Sui primi 10 grani piccoli:
Gesù bambino, dammi un cuore umile per amarTi come tu desideri essere amato.
Sui secondi 10 grani:
Maria, serva umile, serva per amore, fammi piccola sul modello del Tuo Cuore.
Sui terzi 10 grani:
S.Giuseppe, uomo umile, Dio ti scelse per custodire il Suo Figlio perchè nella Tua profondissima umiltà si nascondesse la Sua Grandezza agli occhi del mondo, dammi il tuo stesso amore alla piccolezza
Sui quarti grani:
Padre insegnami ad amarti e lodarti desiderando diventare e restare piccola.
Sui quarti 10 grani:
Spirito Santo, Sacratissima Fiamma d'Amore, nel Tuo Fuoco brucia ogni mio orgoglio ed estinguilo per sempre.
Alla fine:
Dio dei piccoli, dei poveri e degli umili, fa' di me un'anima amante dell'umiltà.
Litanie dell'umiltà 
"L'umiltà è quella virtù per cui si va su, mentre si va giù" Sant'Agostino
Le litanie dell'umiltà dovrebbero essere recitate spesso dai credenti perchè chiedono ed ottengono quella virtù che è già segno di santità. Recitato dopo la Confessione, inoltre, il formulario seguente, offre all'anima perdonata un valido sostegno per il proposito di non peccare più. Il cardinale Merry del Val (segretario di stato di San Pio X) le recitava ogni giorno dopo la celebrazione della santa Messa.
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici
Padre del cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio
Santa Trinità, unico Dio

Dal desiderio di essere stimato liberami, Signore
Dal desiderio di essere lodato
Dal desiderio di essere esaltato
Dal desiderio di essere ricercato
Dal desiderio di essere amato
Dal desiderio di essere onorato
Dal desiderio di essere preferito agli altri
Dal desiderio di essere consultato
Dal desiderio di essere approvato

Da ogni odio e da ogni invidia liberaci, Signore
Da ogni risentimento e rancore
Da ogni rivalsa
Da ogni pregiudizio
Da ogni forma di egoismo
Da ogni ingiustizia e da ogni viltà
Da ogni tendenza a giudicare e condannare
Dalla mormorazione e dalla critica
Da ogni giudizio affrettato e da ogni calunnia
Dall'orgoglio e dalla ostentazione
Da ogni permalosità e impazienza
Dalla tendenza ad appartarci
Dal sospetto e dalla sfiducia
Da ogni cattiva disposizione
Da ogni forma d'indifferenza
Da ogni prepotenza
Da ogni scortesia e sospetto
Da ogni suggestione del demonio
Da ogni offuscamento delle passioni

Dal timore di essere umiliato liberami, Signore
Dal timore di essere disprezzato
Dal timore di essere rifiutato
Dal timore di essere calunniato
Dal timore di essere sospettato
Dal timore di essere dimenticato
Dal timore di essere schernito
Dal timore di essere ingiuriato
Dal timore di essere abbadonato

Che gli altri siano amati più di me Gesù, datemi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri siano stimati più di me
Che gli altri possano crescere nell'opinione del mondo e che io possa diminuire
Che gli altri possano essere prescelti ed io messo in disparte
Che gli altri possano essere lodati ed io dimenticato
Che gli altri possano essere preferiti a me in ogni cosa
Che gli altri possano essere più santi di me, purché lo divenga santo in quanto posso

San Giuseppe, protettore degli umili prega per me
Sa Michele Arcangelo, che fosti il primo ad abbattere l'orgoglio prega per me
O Giusti tutti santificati specialmente dallo spirito di umiltà pregate per me
O Gesù, la cui prima lezione è stata questa: "Imparate da me che sono mite e umile di Cuore" insegnami a divenire umile come lo sei Tu

Perchè vogliamo veramente bene ai nostri fratelli Esaudiscici, Signore
Perchè siamo tra noi un cuore solo e un'anima sola
Perchè i nostri sentimenti siano come quelli del tuo cuore
Perchè rimaniamo uniti nello spirito
Perchè siamo concordi nell'azione
Perchè sappiamo comprenderci
Perchè sappiamo ammettere i torti e perdonarci reciprocamente
Perchè diveniamo servi premurosi gli uni degli altri
Perchè siamo sempre sinceri e aperti fra di noi
Perchè nelle nostre case regni la gioia della carità
Perchè nella nostra carità il mondo veda il Signore
Perchè nella nostra Patria regni la concordia
Perchè cessino le lotte di classe
Perchè la giustizia sociale sia compiuta nella carità
Perchè tutti gli uomini si amino

Gesù, che sei venuto sulla terra per servire gli uomini rendi il nostro cuore simile al Tuo
Gesù, che hai amato i poveri
Gesù, che hai consolato i sofferenti
Gesù, che hai sofferto per i peccatori
Gesù, che hai parlato dolcemente a chi ti schiaffeggiava e ti tradiva
Gesù, che hai raccolto l'invocazione del ladrone
Gesù, che hai lodato il buon Samaritano
Gesù, che sei morto sulla croce
Gesù, che continui a rinnovare il tuo sacrificio d'Amore per noi
Gesù, che ti fai cibo per sostenerci nel nostro cammino

Santa Maria, Vergine piccola ed umile prega per noi
Santa Maria, Vergine piena d'Amore e di carità

Agnello di Dio, che vivi nell'Amore del Padre abbi pietà di noi
Agnello di Dio, che hai portato agli uomini

l'amore del Padre
esaudiscici
Agnello di Dio, che t'immoli per amore

degli uomini

convertici

Perdonaci, o Signore tutti i nostri peccati
come noi perdoniamo a coloro che ci hanno offeso.


Preghiamo:
O Dio, che resisti ai superbi e dai la grazia agli umili: concedici la virtù della vera umiltà,
di cui l'Unigenito tuo Figlio s'è fatto esempio, affinchè non provochiamo mai il tuo sdegno
con l'orgolgio, ma otteniamo piuttosto il dono del tuo Amore ubbidendo umilmente alla tua Parola.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

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