lunedì 27 febbraio 2012

Lunedì: adoriamo l'infanzia di Gesù bambino, per riparare i peccati di superbia e imparare l'umiltà

Amici, proseguiamo la catechesi sulla S.ta infanzia di Gesù....a fine post, la preghiera di adorazione e riparazione. Offriamo i meriti di Gesù bambino e dei Ss genitori per impetrare suffragi e grazie alle anime del purgatorio che soffrono nelle fiamme espiatrici, la lontananza da Dio e la consapevolezza della malizia di ogni mancanza di carità e amore. Esse non possono pregare per sè stesse, ma noi si. Altresì dobbiamo tantissimo a queste anime dei defunti in purgatorio, perchè esse pregano per noi che siamo sulla terra, in vita ancora carnale, per espiare la mancanza proprio di amore non dato in vita e riparano con la carità i loro debiti d'amore verso Dio e il prossimo. Solo in cielo avremo la consapevolezza di tutte le grazie che abbiamo ottenuto nel corso della nostra vita, qui dove urge e impelle la battaglia dello Spirito, proprio per merito della loro orazione preziosissima. Pertanto comprendiamo che anche noi abbiamo tanti debiti d'amore verso il Signore e i fratelli e che è necessario iniziare a colmare con la carità questi debiti, già qui su questa terra, per riparare alle mancanze fatte, alle omissioni, all'egoismo, che altrimenti anche noi ripareremo in purgatorio.
E crediamolo, che vedere Gesù misericordioso nel momento del nostro giudizio personale, dopo la dipartita terrena, e realizzare alla Sua presenza lo stato penoso della nostra anima è già tortura e sofferenza, figuriamoci espiare in purgatorio sentendo la lontananza di quel viso che ci ha accolto dopo la morte, restando privi di tanta visione beata. Pensiamoci, fratelli, perchè anche per noi arriverà quel momento, prepariamoci con amore e carità. Grazie e che Dio vi benedica tutti,
Paola e Sam
p.s: per la catechesi vedere la categoria: "adorazione alla santa infanzia di Gesù"

La palma « buona »

la palma buona, sosta della Sacra famiglia nel deserto
Durante il viaggio nel deserto per raggiungere l'Egit­to, cammino certamente faticoso, disagevole e difficile per la sacra Famiglia, secondo i vangeli apocrifi non solo gli animali feroci ossequiarono i tre grandi personaggi, ma anche le piante offrirono doni e servizi.
Era ormai il terzo giorno di viaggio e Maria, affaticata dal cammino e dallo sfibrante calore del sole del deserto, scorgendo a distanza una grande palma, disse a Giusep­pe: mi riposerò alquanto all'ombra di quell'albero...
Sedettero e si riposarono. Maria quindi, alzando gli occhi, vide come la palma era carica di frutti e sospirò: « Come sarebbe buono gustare i frutti di questa pal­ma! ».
San Giuseppe, desideroso di soddisfare il desiderio di Maria, era triste per l'impossibilità di arrivare alla cima della pianta... e poi era anche preoccupato per l'acqua che ormai mancava...
Allora Gesù bambino, che dormiva in seno alla ma­dre ma aveva sempre il cuore vigile e attento ai loro biso­gni, quasi svegliandosi disse alla palma: « Albero buono, piega i tuoi rami e ristora la mia mamma con i tuoi frut­ti ».
Immediatamente la palma piegò la chioma fino alla Vergine che poté cogliere i frutti desiderati, senza alcuna fatica.
Dopo che tutti se ne furono saziati, Gesù disse alla palma: « Alzati, prendi forza ed entrerai ad essere com­pagna dei grandi alberi del paradiso di Mio Padre. Ora apri le tue radici, affinché possa scaturire la vena d'acqua che è nascosta nella terra...
L'acqua scaturì limpidissima e tutti ne furono disseta­ti... anche l'asinello di san Giuseppe.
La sacra Famiglia riposò tutto il giorno all'ombra del­la palma « buona » e partì l'indomani. Gesù bambino sa­lutò la palma dicendo: « Ti dò il privilegio che uno dei tuoi rami sia trasportato dai miei angeli nel paradiso del Padre Mio. A tutti coloro che lottano e vincono si dirà: "Sei giunto alla palma della vittoria" ». Allora apparve un angelo del Signore, ritto sulla sommità della palma e ne staccò un ramo che portò in cielo.
Carina la storia della palma « buona »! La ritrove­remo, narrata in modo diverso e più in breve, trattando del buon ladrone.

La via abbreviata

Durante il viaggio attraverso il deserto, il calore del sole doveva essere particolarmente forte e sfibrante, per cui un giorno Giuseppe disse al bambino Gesù: « Signore, questo calore ci brucia. Se gradisci, seguiamo la strada lungo il mare, così possiamo riposarci nelle cit­tà marittime ». Gesù rispose: « Non temere, Giuseppe, io ti accorcerò la strada, così percorrerai in un giorno il cammino che avresti dovuto percorrere in trenta gior­ni... ».
... E subito, alzando gli occhi, videro le prime case del territorio egiziano.
La bontà di Gesù! Il vangelo non dice niente. Que­sto racconto è inventato, ma afferma una verità: certa­mente la provvidenza di Dio ha assistito la sacra Fami­glia durante il viaggio e la permanenza in Egitto.

La caduta degli idoli

Appena varcati i confini della nazione egiziana, Ma­ria, Giuseppe e il Bambino - la sacra famiglia - videro una grande città e vi entrarono. Vi era in essa un idolo famoso, al quale tutti gli altri idoli dell'Egitto dovevano offrire doni riconoscendone la superiorità. Il sacerdote che officiava il tempio aveva un figlio di tre anni, posse­duto da parecchi demoni che parlavano con la sua bocca e il padre-sacerdote comunicava al popolo i messaggi del­la divinità, che in realtà venivano dal demonio. Quando i demoni s'impadronivano del piccolo per farlo parlare, egli si strappava le vesti, restava nudo e tirava sassi alle persone che incontrava.
Accanto al tempio dell'idolo c'era un ospizio per viandanti e pellegrini e Giuseppe vi entrò con la sacra Fa­miglia, mentre una strana agitazione e tremore coglievano tutti gli abitanti della città. Pensarono allora di interroga­re la divinità e l'idolo-satana rispose per mezzo del bam­bino: « È arrivato un Dio nascosto in un bambino. Egli è veramente Dio. Non c'è alcun Dio degno di un culto divino all'infuori di lui... Noi abbiamo molta paura della sua grandezza e potenza ».
Pronunciate queste parole, l'idolo cadde a terra e si frantumò.
Il vangelo dello pseudo Matteo non parla di un idolo solo, ma della bellezza di 355 idoli venerati in quel tem­pio. Alla venuta di Gesù tutti caddero a terra e si frantu­marono. Il miracolo servì a convertire il popolo.
Il fatto della caduta degli idoli trova riscontro nella Bibbia (primo libro di Samuele), dove si racconta del­la sorte di Dagon, il dio dei filistei, davanti all'arca del Dio di Israele (1 Sam. S, 2-4): « I filistei presero l'arca di Dio e la introdussero nel tempio di Dagon. Il giorno dopo i cittadini di Asdod si alzarono ed ecco Dagon giaceva con la faccia a terra davanti all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero al suo posto. Si alzarono il giorno dopo di buon mattino ed ecco Da­gon con la faccia a terra davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon e le palme delle mani giaceva­no staccate sulla soglia; solo il tronco era rimasto a Da­gon... ».
Altro riscontro lo abbiamo nel libro del profeta Isaia (46, 1-2): « A terra è Bel, rovesciato è Nebo; i loro idoli sono per gli animali e le bestie, caricati come loro fardelli... Sono rovesciati, sono a terra insieme, non hanno potuto salvare chi li portava ».
...prosegue lunedì prox......


Coroncina a Gesù bambino e alla S.Famiglia durante la fuga in Egitto
Iniziare la preghiera con il Pater, 3 Ave, 1 Gloria, un atto di dolore, 1 Angelo di Dio.
Invocare con semplicità e spontaneamente lo Spirito Santo.
sui grani grossi del Rosario:
Padre, ti offro i dolori, i disagi, le amarezze, le privazioni, le fatiche della Sacra Famiglia di Gesù bambino, patite durante la fuga in Egitto in riparazione di tutti i peccati commessi dall'uomo che rifiuta il Tuo Amore.
sui grani piccoli:
Gesù bambino, perdonaci, benedicici e aiutaci a non farti più fuggire dai nostri cuori e dalle nostre vite ottenendoci repulsa al peccato.
Alla fine del Rosario:
Gloria al Padre e 1 Ave o S.Famiglia di Nazareth (Ave o Santa Famiglia di Nazareth, Gesù, Maria e Giuseppe, tu sei benedetta da Dio e benedetto è il Figlio di Dio che in te è nato Gesù. Santa Famiglia di Nazareth, a Te, ci consacriamo, guida, sostieni e proteggi nell'amore le nostre famiglie. Amen!)

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