Misteri
della gioia (tratti dal sito: stpauls.it)
l’annuncio
dell’angelo Gabriele a Maria
Dal
Vangelo secondo Luca
L’angelo
Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da
lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con
te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che
senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: "Non temere,
Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e
chiamato Figlio dell’Altissimo" (Lc 1, 26-32).
Brevi
spunti di riflessione
- L’angelo
Gabriele porta un saluto e reca un annuncio da parte di Dio.
L’annuncio riguarda Maria e, insieme, l’umanità intera: Dio
entra come uomo nella nostra storia. E la Vergine Maria –
trasfigurata dall’incarnazione del Figlio di Dio, nella pienezza
di grazia dello Spirito Santo – entra nella storia divina e umana
del Salvatore del mondo.
- Maria
dice il suo "sì", perché Dio vuole interlocutori liberi:
si fida e si affida. Così la Vergine–Madre dell’Altissimo
accoglie il ‘Dio con noi’, ratificando con il suo "sì"
quell’alleanza nuova ed eterna che Dio vuole stringere con l’uomo.
- Nella
maternità dell’uomo-Dio la Vergine Maria diventa pure "madre
dell’umanità", secondo l’insegnamento di diversi Padri
della Chiesa, teologi, Santi e Sommi Pontefici: San Pio X, ad
esempio, ha usato al riguardo un’espressione scultorea: "Gestando
Christum, [Maria] gestavit et nos" – "Portando nel suo
grembo Cristo, [Maria] ha portato anche noi" (cfr. Enc. "Ad
diem illum").
la
visita di Maria alla cugina Elisabetta
Dal
Vangelo secondo Luca
Maria
si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città
di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel
grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
"Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo
grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco,
appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino
ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole del Signore". Allora Maria
disse: "L’anima mia magnifica il Signore…"(Lc 1,
39-46).
Brevi
spunti di riflessione
- Maria
si mette in viaggio, salendo dalla Galilea verso la regione l’ha
rallegrata con il saluto dell’Angelo, e ora questa gioia è
comunicata ad montuosa di Ain Karim. Dio l’ha visitata, e ora è
lei che si reca in visita; Dio altri. È l’Arca dell’Alleanza
giacché porta in sé il Salvatore. La sua presenza, d’ora in poi,
sarà fonte di gioia per chiunque (cfr. v. 44).
- Maria
ed Elisabetta si incontrano: due donne, due madri benedette da Dio.
Elisabetta è simbolo dell’Antico Testamento che attende la
redenzione d’Israele e ora vede in Maria la realizzazione delle
promesse di Jaweh; Maria è la capostipite del popolo di "beati"
del Nuovo Testamento poiché attende il Signore e, a differenza di
Zaccaria, è "colei che ha creduto" (cfr. v. 45).
- Questo
è il mistero del Magnificat: Maria canta le lodi del Signore (cfr.
vv. 46-55), a nome suo, d’Israele, della Chiesa, dell’umanità.
Dio ha operato in lei "cose grandi" e ha mostrato, al
tempo stesso, che è davvero grande la sua misericordia verso di
noi. In Maria, infatti, Dio "ha visitato e redento il suo
popolo" e continua a visitarci con la sua grazia.
3. - Nel terzo mistero della gioia si contempla la nascita di Gesù a Betlemme.
Dal Vangelo secondo Luca
C’erano
nella regione alcuni pastori che vegliavano di notte, facendo la
guardia al loro gregge. Un Angelo del Signore si presentò davanti a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da
grande spavento, ma l’Angelo disse loro: "Non temete, ecco: vi
annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è
nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che
giace in una mangiatoia" (Lc 2, 8-12).
Brevi
spunti di riflessione
- Nel
cuore della Notte Santa, nel profondo silenzio delle cose, mentre
nella campagna di Betlemme i pastori vegliano accanto alle loro
greggi, Maria – nell’umile, povera capanna – dà alla luce il
Verbo di Dio, Parola fatta carne. Si aprono i Cieli sulla terra, e
una schiera di Angeli in festa annunzia pace a tutti gli uomini,
amati da Dio. E gli umili pastori hanno il privilegio di essere i
primi ad andare ad adorare il Bambino, pieni di gioia.
- Maria
Madre di Dio è la Madonna del Natale, la donna del primo sguardo
dell'uomo sul Dio fatto uomo, accarezzato con occhi trasparenti di
tenerezza materna e di santità. Santa Dei Genitrix, fa' che
contempliamo anche noi con sguardo di fede e di amore il tuo figlio,
il Verbo fattosi uomo, il Bambino Gesù dei nostri Presepi!
- L’incarnazione
è una realtà che supera ogni comprensione. Maria stessa "conserva,
meditandoli nel suo cuore" (cfr. Lc 2, 19) fatti e parole,
poiché ciò che ha visto e udito è troppo grande, anche per lei.
Di fronte al mistero dell’Incarnazione si resta in adorazione,
meditando sul senso della presenza della Chiesa nel mondo, mistero
della continua incarnazione del Figlio di Dio nel tempo.
4.
- Nel quarto mistero della gioia si contempla
Gesù
presentato al Tempio di Gerusalemme
Dal
Vangelo secondo Luca
Quando
venne il tempo della purificazione secondo la Legge di Mosè, i
genitori di Gesù portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al
Signore, come è scritto nella Legge del Signore […]. Ora, a
Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato
di Dio, che aspettava il conforto d’Israele […]. Mosso dunque
dallo Spirito, si recò al Tempio; e mentre i genitori vi portavano
il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e
benedisse Dio (Lc 2, 22-28).
Brevi
spunti di riflessione
- Nel
doppio oracolo del vecchio Simeone abbiamo una rappresentazione
profetica di Cristo e di sua Madre: il mistero della Presentazione
di Gesù al Tempio e della Purificazione di Maria è anche, nella
'spada del dolore', la duplice offerta: la Madre che offre il Figlio
al Padre e, insieme, il Figlio che offre Maria come Madre, secondo
l'economia nuova della Croce di salvezza.
- In
effetti, le parole da Simeone rivolte alla Madre di Gesù: "Egli
è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di
contraddizione […]. E anche a te una spada trafiggerà l’anima"
(Lc 2, 34.35), rimandano al Calvario. Su quel monte Maria vivrà
un’altra presentazione: quella di Gesù al Padre. E la Croce
trafiggerà l’anima di Maria: sul Calvario avrà compimento il suo
parto doloroso dell’umanità.
- Ma
il mistero della Presentazione del Signore è anche proclamazione
del canto di Simeone, il "Nunc dimittis". È, perciò,
pure una festa da dedicare – oltre che alle anime consacrate ‘nel
Tempio’ – a tutte le persone anziane, che nell'interno della
comunità ecclesiale costituiscono certamente la categoria di
persone più fedeli, quelle che sono più attente alla voce dello
Spirito, proprio sul modello dei due personaggi celebri che
incontriamo in questa pagina di Vangelo: Simeone e Anna (cfr. Lc
2,25-38).
il
ritrovamento di Gesù fra i dottori della Legge nel Tempio
Dal
Vangelo secondo Luca
Dopo
tre giorni, Maria e Giuseppe trovarono Gesù nel Tempio, seduto in
mezzo ai dottori, mentre li ascoltava re li interrogava. E tutti
quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza
e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli
disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed
io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose: "Perché mi
cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre
mio?". Ma essi non compresero le sue parole (Lc 2, 46-50).
Brevi
spunti di riflessione
- Gesù
si perde tra la folla venuta per la festa di Pasqua a Gerusalemme. È
un episodio increscioso, umanamente parlando; non per nulla Maria e
Giuseppe sono angosciati. Quando finalmente lo ritrovano, li aspetta
un’angoscia anche più grande, perché alla domanda inquieta della
madre: "Figlio, perché ci hai fatto questo?", Gesù
risponde in modo per loro totalmente incomprensibile: "Perché
mi cercavate? Non sapevate che io devo attendere a ciò che riguarda
il Padre mio?" (cfr. Lc 2, 46-49).
- In
effetti, avviene che nell’intima unione fra Madre e Figlio penetra
una forza che alla Vergine Maria porta via il fanciullo: la potenza
del Padre. Come ciò sia penoso per lei e per Giuseppe, e quanto sia
grande la tristezza che sconvolge il loro cuore ce lo dice la frase
categorica del Vangelo che segue: "Ma essi non compresero la
sua risposta" (Lc 2, 50).
- È il mistero che si ripete spiritualmente nella vita d’ogni credente: Cristo ci appartiene; ne siamo sicuri per fede e, amandolo, ci sentiamo partecipi della sua vita. Ma può capitare che per noi lui sparisca, talvolta in modo improvviso e senza una ragione evidente. Così si stabilisce una distanza, si forma un vuoto: la nostra anima si sente abbandonata, la fede ci sembra pazzia; tutto diventa difficile, faticoso, privo di senso. È il momento di tener viva la speranza ‘contro ogni speranza’, fino a quando lo ritroveremo.
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