lunedì 2 gennaio 2012

Buon inizio anno con Dio, in Dio e per Dio


   
Carissimi fratelli, amati in Gesù e Maria attraverso i loro due Sacri Cuori, oggi preghiamo insieme, gioendo di questo nuovo anno che inizia, come l'alba di una nuova conversione del cuore, della mente, dell'agire e del vivere fraternamente la Divina Volontà nella Divina Volontà!
Siamo tutti chiamati come fratelli di Gesù a ritrovare la figliolanza Paterna, che con il peccato abbiamo perduto in origine e in tutti i ns giorni in cui non ci armiamo di Cristo per fronteggiare il nemico, le sue seduzioni, le sue subdole manovre sulle nostre debolezze , i suoi artifici di inganno. Dobbiamo ogni gg vigilare su noi stessi e suoi sentimenti che animano i nostri cuori e le nostre anime per capire con chi stiamo camminando e dove ci stiamo dirigendo. Le nostre opere quotidiane parlano per noi e ci danno tutte le risposte. Ecco perchè è di basilare importanza ricominciare tutti i gg a guardarsi e convertirsi al Vangelo. Non perchè siamo nella Chiesa siamo arrivati a destinazione, anzi, proprio perchè in essa siamo chiamati a vivere, dobbiamo più che mai essere testimoni di luce dell'amore di Dio che vive e agisce in noi per mezzo dello Spirito che il Suo Figlio ci ha ottenuto di ritrovare, di invocare, di chiamare, di pregare. Grazie a Gesù possiamo dire: Abbà! Padre! Possiamo con una confidenza nuova vivere un rapporto con Dio quotidiano, con la stessa familiarità che abbiamo verso un padre carnale. Non è cosa da poco, perchè questa consapevolezza ci induce a dialogare col Padre in un rapporto di amore che un'errata concezione di Dio puo' impedire ed ostacolare. Gesù questo volto di tenerezza Paterna non solo lo ha svelato, ma ha permesso che ci aprissimo all'Amore con fiducia e abbandono, sentimenti tipici di chi si fida dell'amato sempre, sia nelle gioie, sia nelle turbolenze del vivere. Chi ama desidera essere presente nella vita dell'amato e desidera pure essere amato a sua volta, perchè queste sono le santissime esigenze dell'amore. Ecco perchè abbiamo da Gesù ricevuto il gran dono della confidenza, e più ci si addentra in una preghiera al Padre che non è monologo, né un dire a Dio cio' che deve fare, ma un domandare al Padre di vegliare su di noi e di aiutarci a camminare nel Suo Amore tenendoci con la Sua Provvidenza sempre uniti a Gesù nella Grazia e più si sperimenta e si perfeziona questo amore fiducioso e questo abbandono umile pieno di speranza e di serena gioia. La preghiera del cuore di cui la Mamma parla a Medjugorie non è una novità, nel senso che Gesù aveva testimoniato con la sua vita terrena fatta di lavoro, di sottomissione ai genitori, di fede e di evangelizzazione, tantissime volte il suo appartarsi nel silenzio per guardarsi dentro e rivolgere al Padre il Suo amore di figlio, le Sue richieste di figlio, le Sue lodi di figlio, i Suoi rendimenti di grazie di figlio. E tanto più vediamo Gesù nel vangelo soffrire ed essere rifiutato e rigettato dal mondo che viveva nella tenebra dell'errore e della superbia, tanto più lo vediamo con confidenza alzare il volto al cielo per invocare la tenerezza e la forza del Padre, conscio che se la croce è parte della vita dell'uomo per effetto del peccato, non potrebbe certamente esserci se il Padre non lo permettesse e se non ci fosse dietro quella prova in apparenza insormontabile, la Sua Mano Paterna con un progetto di amore, di salvezza e di vittoria che annienta il peccato e il suo effetto distruttivo. Tale effetto è la morte, il distacco doloroso dell'anima del figlio, dalla luce e dalla presenza Paterna, dalla quale trae origine, per la quale vive, dentro la quale gioisce e verso la quale è diretta, riconoscendo la voce del Creatore che la chiama alla eterna verità della sua esistenza. Lontano dalla luce di Dio e dalla Sua presenza, l'uomo cade in errore con tutta la serie di dolorose cantonate che perfezionate in malizia e malvagità, in superbia e in perversione, creano peccati più gravi e il distacco si acuisce al punto che l'anima prima diretta verso Dio, ora non è più capace di scorgere la luce perchè la tenebra in cui è immersa diventa il suo punto di riferimento e più vi si dirige più si costruisce l'autodistruzione, allontanandosi in modo quasi totale dalla sua verità, che è l'Amore che l'ha creata, posta in essere, nutrita e provveduta, vegliata e circondata d'amore. Ecco perchè l'uomo non puo' vivere senza essere amato, perchè viene dall'Amore sommo che è Dio stesso e ne è attratto per natura, e se col suo vivere si mette in condizione di privarsene per attaccamento al peccato, inevitabilmente soffre e va raminga in cerca di tutte quelle cose, quei piaceri, quelle dottrine che gli paiono buone per riempire questa infelicità e metterla a tacere. Ma non è che una più rovinosa caduta nell'errore portato all'ennesima potenza, perchè un errore non corretto non puo' che indurre in un errore più grande e quest'ultimo in una menzogna di portata tale da fare agonizzare l'anima, la quale percepisce la menzogna per effetto del suo soffrire e delle sue pene a cui non riesce a mettere fine. Una volta disvelata la menzogna per al delusione in cui questi errori portato l'anima inevitabilmente, è lì che la nostra coscienza ci grida dall'interno e chiama alla sua verità in modo così forte e netto che niente puo' zittirla e l'uomo si trova a un bivio: o seguire la coscienza che ti porta a guardare il Cielo invocando aiuto e luce, o mettere a tacere questa voce con atti di disperazione che sono echi d'inferno!
La preghiera diventa quell'anelito al Creatore senza la quale l'anima vive in balia delle sue passioni, dei suoi peccati, pertanto più si abbandona la preghiera più si aumenta la distanza tra il figlio e la Luce e l'Amore che lo ha creato. Se dunque vogliamo vivere in pace con noi stessi, col prossimo e col mondo, dobbiamo prima ritrovare la pace con Dio nostro Padre per mezzo del perdono con cui Egli ci rialza e ci rinnova nella fiducia, con cui ci toglie il velo della tenebra dalla vista dello spirito e ci rende capaci di guardare alla nostra vita con uno sguardo nuovo, con uno spirito nuovo che ora gioisce per aver ritrovato la luce da cui viene e da cui trova la sua pienezza di gioia.
In questa Luce che è Dio-Amore, che è il Cuore della Santissima Trinità, noi ritroviamo lo scopo e l'essenza di noi stessi e trovando la verità sulla nostra esistenza ci sentiamo in pace e amati, quindi volgeremo lo sguardo a Colui da Cui ci viene questa pace e questa gioia, e avendone assaporato tutte le delizie, non puo' più la nostra anima trovare ristoro in nessun'altra meschinità del mondo, perchè nulla puo' portare quel senso di appagamento del cuore che viene SOLO E SOLTANTO dal vivere nell'Amore e nella Luce di Dio.
Il Padre ci mostra la strada della vita nel Suo Figlio che si fa Parola per dare luce alle nostre anime, spezzando menzogne e annientando false dottrine, insegnando la verità e la giustizia, quindi nutrendo l'anima di Sapienza, che è Se Stesso, ma non solo: ci provvede del pane quotidiano che non è solo il pane corporale che dura quel tanto che la materia esige, ma quel pane della vita vera che è quella dell'anima, la quale vive in eterno e la quale è rivestita in un corpo mortale in attesa di ricongiungersi al Creatore. Questo pane che sfama d'amore che è la vera fame dell'uomo, che niente e nessuno puo' saziare se non Dio stesso, è Gesù vivo e vero in corpo, sangue, anima e divinità. Gesù che ben sapeva quanto l'uomo fosse fragile, anche quando un innato senso di bene lo porta a voler vivere da giusto, ha desiderato dal Padre poter essere nutrimento di quelle creature che veniva a riacquistarGli, perchè in nessun giorno del loro cammino terreno verso la Patria Celeste, venisse a mancar loro l'amore, la luce e la forza sapiente del loro Amore Uno e Trino.
Quindi Dio Padre ci ha donato in primis Maria, Vergine Vaso spirituale e corporale in cui dare al mondo il Suo Figlio, poi con Gesù ci ha svelato la Sua Vera Natura e il Suo Volto mostrandosi davvero per cio' che è ad una creatura che aveva del Padre un'idea talmente distorta da vivere nell'errore e nel timore, non più come figlio, ma come schiavo di un dittatore, di un giustiziere, di un giudice tremendo e impietoso. Questa visione portava la creatura a peccare in altro modo perchè non conoscendo Dio per cio' che è, si comportava di conseguenza, facendo una Volontà che non gli apparteneva e che non poteva dare all'uomo le risposte dal Padre.
Tutto questo è finito con il Natale di Gesù, la Luce è venuta nel mondo per spazzare via la tenebra dell'errore, del peccato, della menzogna, dell'ingiustizia...in Gesù parola e pane, in Gesù perdono e misericordia, in Gesù provvidenza e compagno, in Gesù che offre Se stesso per sempre e per ogni uomo, in Gesù Cuore di Pastore pieno di attenzioni e di cure, l'uomo riscopre l'amore del Padre e ne gusta la Natura, ne sperimenta la verità, perchè dal cuore sgorga una gioia e sente rinascere la speranza e nella speranza la Vita e la Certezza di essere amato sempre, senza condizione, così com'è. Ritrovando il Padre in Gesù, l'anima si stringe verso il centro della sua felicità, esattamente come la cerva assetata, anela all'acqua per trovare ristoro, e comprende che non puo' più tornare in quello stato di buio, di freddo, di disperata solitudine che il vivere senza Dio le arreca. In Gesù si sazia di amore, ritrova la pace, sente fiducia, ritrova se stesso, frutto delle mani del Padre che ha ritrovato e che con Cristo si impegna a non perdere per restare nella gioia. Maria ci è stata data dal Padre non solo perchè potesse venire Gesù nel mondo, ma perchè l'uomo prendesse coscienza di quanto Dio avesse fatto bella la Sua creatura prima che il peccato entrasse in lei, sottraendola alla Sua stessa Vita, alla Sua Origine, alla Sua Verità. Il Padre ci mostra in Maria cosa diviene la creatura quando mette Dio al primo posto, ce la dona per maestra di fede, di preghiera, di abbandono alla volontà divina, di umiltà e semplicità, di saggezza e di onestà, di accoglienza e di sostegno per i fratelli, in altre parole ce la mostra come modello della figliolanza divina, di incorruttibilità di un'anima che con la sua volontà VUOLE essere di Dio, ce la mostra come figlia vera della luce.
Ma è in Gesù che Maria ci viene data “ufficialmente” per Madre, cioè è appena prima di lasciare le creature nel mondo, che Dio nella Sua Volontà ce la indica come Madre nostra, Madre di ogni uomo che in Cristo ha ottenuto abbondanza di salvezza, di perdono e di redenzione. Maria è madre dei peccatori. Gesù vuole che per uscire dal peccato guardiamo a Maria e la invochiamo come Madre del Salvatore, perchè Ella che è Madre della Luce non puo' che portare alla Luce di cui è portatrice, nella quale vive in pienezza e che è il Figlio suo e del Padre Celeste, frutto di un amore sponsale nello Spirito Santo che è l'Amore di Dio. Gesù è il frutto dell'Amore del Padre e dell'amore della Piena di Grazia, della creatura senza macchia e senza colpa,
della Creatura Immacolata, immagine della novella Eva, cioè di quella che era Eva prima che il peccato la rendesse una lebbrosa, togliendola il vestito nuziale della Grazia. Gesù quindi Dio, figlio del Padre e Uomo immacolato figlio di Maria, è il Nuovo Adamo, l'uomo nuovo venuto nel mondo a mostrare all'umanità la bellezza, la purezza e l'innocenza che era propria della creatura prima che col peccato fosse spezzata la figliolanza divina.
La Sua venuta nel mondo è lampada per i nostri passi, è la via per ritrovare la
strada di casa che è il Paradiso Celeste, è Colui il Cui Sacrificio d'amore ci ha acquistato la salvezza e permesso di riacquisire la figliolanza perduta. In Cristo noi siamo riadottati a figli di Dio, a figli della Luce, a figli della Pace, a testimoni e datori dell'amore Paterno verso tutte le creature.
Diamoci come figli quest'anno che è iniziato, il desiderio più vivo e ardente che è quello di non perdere la Grazia, di restare nella Luce del Signore amandoLo di più con una presenza più vera e assidua nei Santi Sacramenti e nei Divini Misteri, adoriamoLo di più nel Suo Sacramento in cui è più abbandonato e solo, coperto di ingratitudine e di vile dimenticanza, andiamo più spesso a confessarci e soprattutto impariamo ad adottare la preghiera del cuore, quella che apre l'anima verso il Padre chiedendo perdono prima, lo Spirito Santo poi, e rendendo grazie di tutto quanto Egli ci dona nella vita, sia nella gioia che nelle croci, chiedendo lumi e conversioni per tutti gli uomini, pregando per le anime dei defunti e invocando la Sua Misericordia sul mondo intero, su coloro che più sono indifferenti o che respingono la Grazia con ostinazione, che rischiano di morire senza sacramenti nell'impenitenza finale, che vivono soli e in povertà, emarginati e disprezzati dal mondo, su tutti i nostri pastori, su quelli santi perchè li rafforzi e li protegga, su quelli caduti perchè li rialzi e li riacquisti alla vita e al santo ministero, sulle nuove vocazioni religiose di cui il mondo e le anime han tanto bisogno perchè la luce non si spenga e venga meno, su tutti i popoli per il dono della pace, sulle famiglie perchè siano specchio dell'amore trinitario sul modello della santa famiglia di Nazareth, perchè siano debellate le piaghe sociali cancrenose come i divorzi, gli aborti, le unioni omosessuali, i libertinaggi morali, l'abuso e l'uso di droghe, di alcol, di pratiche magiche, di giochi d'azzardo, dei tradimenti coniugali. Perchè checchè gli uomini ne dicano, Dio non puo' dimorare laddove l'uomo sceglie la tenebra e comunque di vivere in opposizione a quanto proprio perchè riacquistassimo la luce, Egli ci dice nel Vangelo. Non si puo' dire di amare Dio se non si rinuncia a mammona. Non si puo' essere di Dio se si rimane ancorati a se stessi e alle proprie umane verità.
Tutto passa, solo Dio resta e ora nel nostro cammino terreno abbiamo proprio tutto per restare ancorati a Gesù e camminare nella Sua Luce: abbiamo Dio con noi nella Chiesa che amministra i sacramenti dove Gesù vive e si dona, abbiamo la preghiera che come un fiume nasce dal cuore dell'uomo e si riversa nell'Amore di Dio e che come ponte lega la terra al Cielo facendone piovere abbondanza di grazia e di misericordia, abbiamo Maria, la stella luminosa a cui guardare e da invocare per trovare presto e bene la via di casa e per imparare a dire: fiat mihi secundum verbuum tuum!
Buon cammino, buon 2012 nella Divina Volontà!



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