Carissimi
fratelli, amati in Gesù e Maria attraverso i loro due Sacri Cuori,
oggi preghiamo insieme, gioendo di questo nuovo anno che inizia, come
l'alba di una nuova conversione del cuore, della mente, dell'agire e
del vivere fraternamente la Divina Volontà nella Divina Volontà!
Siamo
tutti chiamati come fratelli di Gesù a ritrovare la figliolanza
Paterna, che con il peccato abbiamo perduto in origine e in tutti i
ns giorni in cui non ci armiamo di Cristo per fronteggiare il nemico,
le sue seduzioni, le sue subdole manovre sulle nostre debolezze , i
suoi artifici di inganno. Dobbiamo ogni gg vigilare su noi stessi e
suoi sentimenti che animano i nostri cuori e le nostre anime per
capire con chi stiamo camminando e dove ci stiamo dirigendo. Le
nostre opere quotidiane parlano per noi e ci danno tutte le risposte.
Ecco perchè è di basilare importanza ricominciare tutti i gg a
guardarsi e convertirsi al Vangelo. Non perchè siamo nella Chiesa
siamo arrivati a destinazione, anzi, proprio perchè in essa siamo
chiamati a vivere, dobbiamo più che mai essere testimoni di luce
dell'amore di Dio che vive e agisce in noi per mezzo dello Spirito
che il Suo Figlio ci ha ottenuto di ritrovare, di invocare, di
chiamare, di pregare. Grazie a Gesù possiamo dire: Abbà! Padre!
Possiamo con una confidenza nuova vivere un rapporto con Dio
quotidiano, con la stessa familiarità che abbiamo verso un padre
carnale. Non è cosa da poco, perchè questa consapevolezza ci induce
a dialogare col Padre in un rapporto di amore che un'errata
concezione di Dio puo' impedire ed ostacolare. Gesù questo volto di
tenerezza Paterna non solo lo ha svelato, ma ha permesso che ci
aprissimo all'Amore con fiducia e abbandono, sentimenti tipici di chi
si fida dell'amato sempre, sia nelle gioie, sia nelle turbolenze del
vivere. Chi ama desidera essere presente nella vita dell'amato e
desidera pure essere amato a sua volta, perchè queste sono le
santissime esigenze dell'amore. Ecco perchè abbiamo da Gesù
ricevuto il gran dono della confidenza, e più ci si addentra in una
preghiera al Padre che non è monologo, né un dire a Dio cio' che
deve fare, ma un domandare al Padre di vegliare su di noi e di
aiutarci a camminare nel Suo Amore tenendoci con la Sua Provvidenza
sempre uniti a Gesù nella Grazia e più si sperimenta e si
perfeziona questo amore fiducioso e questo abbandono umile pieno di
speranza e di serena gioia. La preghiera del cuore di cui la Mamma
parla a Medjugorie non è una novità, nel senso che Gesù aveva
testimoniato con la sua vita terrena fatta di lavoro, di
sottomissione ai genitori, di fede e di evangelizzazione, tantissime
volte il suo appartarsi nel silenzio per guardarsi dentro e rivolgere
al Padre il Suo amore di figlio, le Sue richieste di figlio, le Sue
lodi di figlio, i Suoi rendimenti di grazie di figlio. E tanto più
vediamo Gesù nel vangelo soffrire ed essere rifiutato e rigettato
dal mondo che viveva nella tenebra dell'errore e della superbia,
tanto più lo vediamo con confidenza alzare il volto al cielo per
invocare la tenerezza e la forza del Padre, conscio che se la croce è
parte della vita dell'uomo per effetto del peccato, non potrebbe
certamente esserci se il Padre non lo permettesse e se non ci fosse
dietro quella prova in apparenza insormontabile, la Sua Mano Paterna
con un progetto di amore, di salvezza e di vittoria che annienta il
peccato e il suo effetto distruttivo. Tale effetto è la morte, il
distacco doloroso dell'anima del figlio, dalla luce e dalla presenza
Paterna, dalla quale trae origine, per la quale vive, dentro la quale
gioisce e verso la quale è diretta, riconoscendo la voce del
Creatore che la chiama alla eterna verità della sua esistenza.
Lontano dalla luce di Dio e dalla Sua presenza, l'uomo cade in errore
con tutta la serie di dolorose cantonate che perfezionate in malizia
e malvagità, in superbia e in perversione, creano peccati più gravi
e il distacco si acuisce al punto che l'anima prima diretta verso
Dio, ora non è più capace di scorgere la luce perchè la tenebra in
cui è immersa diventa il suo punto di riferimento e più vi si
dirige più si costruisce l'autodistruzione, allontanandosi in modo
quasi totale dalla sua verità, che è l'Amore che l'ha creata, posta
in essere, nutrita e provveduta, vegliata e circondata d'amore. Ecco
perchè l'uomo non puo' vivere senza essere amato, perchè viene
dall'Amore sommo che è Dio stesso e ne è attratto per natura, e se
col suo vivere si mette in condizione di privarsene per attaccamento
al peccato, inevitabilmente soffre e va raminga in cerca di tutte
quelle cose, quei piaceri, quelle dottrine che gli paiono buone per
riempire questa infelicità e metterla a tacere. Ma non è che una
più rovinosa caduta nell'errore portato all'ennesima potenza, perchè
un errore non corretto non puo' che indurre in un errore più grande
e quest'ultimo in una menzogna di portata tale da fare agonizzare
l'anima, la quale percepisce la menzogna per effetto del suo soffrire
e delle sue pene a cui non riesce a mettere fine. Una volta disvelata
la menzogna per al delusione in cui questi errori portato l'anima
inevitabilmente, è lì che la nostra coscienza ci grida dall'interno
e chiama alla sua verità in modo così forte e netto che niente puo'
zittirla e l'uomo si trova a un bivio: o seguire la coscienza che ti
porta a guardare il Cielo invocando aiuto e luce, o mettere a tacere
questa voce con atti di disperazione che sono echi d'inferno!
La
preghiera diventa quell'anelito al Creatore senza la quale l'anima
vive in balia delle sue passioni, dei suoi peccati, pertanto più si
abbandona la preghiera più si aumenta la distanza tra il figlio e la
Luce e l'Amore che lo ha creato. Se dunque vogliamo vivere in pace
con noi stessi, col prossimo e col mondo, dobbiamo prima ritrovare la
pace con Dio nostro Padre per mezzo del perdono con cui Egli ci
rialza e ci rinnova nella fiducia, con cui ci toglie il velo della
tenebra dalla vista dello spirito e ci rende capaci di guardare alla
nostra vita con uno sguardo nuovo, con uno spirito nuovo che ora
gioisce per aver ritrovato la luce da cui viene e da cui trova la sua
pienezza di gioia.
In
questa Luce che è Dio-Amore, che è il Cuore della Santissima
Trinità, noi ritroviamo lo scopo e l'essenza di noi stessi e
trovando la verità sulla nostra esistenza ci sentiamo in pace e
amati, quindi volgeremo lo sguardo a Colui da Cui ci viene questa
pace e questa gioia, e avendone assaporato tutte le delizie, non puo'
più la nostra anima trovare ristoro in nessun'altra meschinità del
mondo, perchè nulla puo' portare quel senso di appagamento del cuore
che viene SOLO E SOLTANTO dal vivere nell'Amore e nella Luce di Dio.
Il
Padre ci mostra la strada della vita nel Suo Figlio che si fa Parola
per dare luce alle nostre anime, spezzando menzogne e annientando
false dottrine, insegnando la verità e la giustizia, quindi nutrendo
l'anima di Sapienza, che è Se Stesso, ma non solo: ci provvede del
pane quotidiano che non è solo il pane corporale che dura quel tanto
che la materia esige, ma quel pane della vita vera che è quella
dell'anima, la quale vive in eterno e la quale è rivestita in un
corpo mortale in attesa di ricongiungersi al Creatore. Questo pane
che sfama d'amore che è la vera fame dell'uomo, che niente e nessuno
puo' saziare se non Dio stesso, è Gesù vivo e vero in corpo,
sangue, anima e divinità. Gesù che ben sapeva quanto l'uomo fosse
fragile, anche quando un innato senso di bene lo porta a voler vivere
da giusto, ha desiderato dal Padre poter essere nutrimento di quelle
creature che veniva a riacquistarGli, perchè in nessun giorno del
loro cammino terreno verso la Patria Celeste, venisse a mancar loro
l'amore, la luce e la forza sapiente del loro Amore Uno e Trino.
Quindi
Dio Padre ci ha donato in primis Maria, Vergine Vaso spirituale e
corporale in cui dare al mondo il Suo Figlio, poi con Gesù ci ha
svelato la Sua Vera Natura e il Suo Volto mostrandosi davvero per
cio' che è ad una creatura che aveva del Padre un'idea talmente
distorta da vivere nell'errore e nel timore, non più come figlio, ma
come schiavo di un dittatore, di un giustiziere, di un giudice
tremendo e impietoso. Questa visione portava la creatura a peccare in
altro modo perchè non conoscendo Dio per cio' che è, si comportava
di conseguenza, facendo una Volontà che non gli apparteneva e che
non poteva dare all'uomo le risposte dal Padre.
Tutto
questo è finito con il Natale di Gesù, la Luce è venuta nel mondo
per spazzare via la tenebra dell'errore, del peccato, della menzogna,
dell'ingiustizia...in Gesù parola e pane, in Gesù perdono e
misericordia, in Gesù provvidenza e compagno, in Gesù che offre Se
stesso per sempre e per ogni uomo, in Gesù Cuore di Pastore pieno di
attenzioni e di cure, l'uomo riscopre l'amore del Padre e ne gusta la
Natura, ne sperimenta la verità, perchè dal cuore sgorga una gioia
e sente rinascere la speranza e nella speranza la Vita e la Certezza
di essere amato sempre, senza condizione, così com'è. Ritrovando il
Padre in Gesù, l'anima si stringe verso il centro della sua
felicità, esattamente come la cerva assetata, anela all'acqua per
trovare ristoro, e comprende che non puo' più tornare in quello
stato di buio, di freddo, di disperata solitudine che il vivere senza
Dio le arreca. In Gesù si sazia di amore, ritrova la pace, sente
fiducia, ritrova se stesso, frutto delle mani del Padre che ha
ritrovato e che con Cristo si impegna a non perdere per restare nella
gioia. Maria ci è stata data dal Padre non solo perchè potesse
venire Gesù nel mondo, ma perchè l'uomo prendesse coscienza di
quanto Dio avesse fatto bella la Sua creatura prima che il peccato
entrasse in lei, sottraendola alla Sua stessa Vita, alla Sua Origine,
alla Sua Verità. Il Padre ci mostra in Maria cosa diviene la
creatura quando mette Dio al primo posto, ce la dona per maestra di
fede, di preghiera, di abbandono alla volontà divina, di umiltà e
semplicità, di saggezza e di onestà, di accoglienza e di sostegno
per i fratelli, in altre parole ce la mostra come modello della
figliolanza divina, di incorruttibilità di un'anima che con la sua
volontà VUOLE essere di Dio, ce la mostra come figlia vera della
luce.
Ma
è in Gesù che Maria ci viene data “ufficialmente” per Madre,
cioè è appena prima di lasciare le creature nel mondo, che Dio
nella Sua Volontà ce la indica come Madre nostra, Madre di ogni uomo
che in Cristo ha ottenuto abbondanza di salvezza, di perdono e di
redenzione. Maria è madre dei peccatori. Gesù vuole che per uscire
dal peccato guardiamo a Maria e la invochiamo come Madre del
Salvatore, perchè Ella che è Madre della Luce non puo' che portare
alla Luce di cui è portatrice, nella quale vive in pienezza e che è
il Figlio suo e del Padre Celeste, frutto di un amore sponsale nello
Spirito Santo che è l'Amore di Dio. Gesù è il frutto dell'Amore
del Padre e dell'amore della Piena di Grazia, della creatura senza
macchia e senza colpa,
della
Creatura Immacolata, immagine della novella Eva, cioè di quella che
era Eva prima che il peccato la rendesse una lebbrosa, togliendola il
vestito nuziale della Grazia. Gesù quindi Dio, figlio del Padre e
Uomo immacolato figlio di Maria, è il Nuovo Adamo, l'uomo nuovo
venuto nel mondo a mostrare all'umanità la bellezza, la purezza e
l'innocenza che era propria della creatura prima che col peccato
fosse spezzata la figliolanza divina.
La
Sua venuta nel mondo è lampada per i nostri passi, è la via per
ritrovare la
strada
di casa che è il Paradiso Celeste, è Colui il Cui Sacrificio
d'amore ci ha acquistato la salvezza e permesso di riacquisire la
figliolanza perduta. In Cristo noi siamo riadottati a figli di Dio, a
figli della Luce, a figli della Pace, a testimoni e datori
dell'amore Paterno verso tutte le creature.
Diamoci
come figli quest'anno che è iniziato, il desiderio più vivo e
ardente che è quello di non perdere la Grazia, di restare nella
Luce del Signore amandoLo di più con una presenza più vera e
assidua nei Santi Sacramenti e nei Divini Misteri, adoriamoLo di più
nel Suo Sacramento in cui è più abbandonato e solo, coperto di
ingratitudine e di vile dimenticanza, andiamo più spesso a
confessarci e soprattutto impariamo ad adottare la preghiera del
cuore, quella che apre l'anima verso il Padre chiedendo perdono
prima, lo Spirito Santo poi, e rendendo grazie di tutto quanto Egli
ci dona nella vita, sia nella gioia che nelle croci, chiedendo lumi e
conversioni per tutti gli uomini, pregando per le anime dei defunti e
invocando la Sua Misericordia sul mondo intero, su coloro che più
sono indifferenti o che respingono la Grazia con ostinazione, che
rischiano di morire senza sacramenti nell'impenitenza finale, che
vivono soli e in povertà, emarginati e disprezzati dal mondo, su
tutti i nostri pastori, su quelli santi perchè li rafforzi e li
protegga, su quelli caduti perchè li rialzi e li riacquisti alla
vita e al santo ministero, sulle nuove vocazioni religiose di cui il
mondo e le anime han tanto bisogno perchè la luce non si spenga e
venga meno, su tutti i popoli per il dono della pace, sulle famiglie
perchè siano specchio dell'amore trinitario sul modello della santa
famiglia di Nazareth, perchè siano debellate le piaghe sociali
cancrenose come i divorzi, gli aborti, le unioni omosessuali, i
libertinaggi morali, l'abuso e l'uso di droghe, di alcol, di pratiche
magiche, di giochi d'azzardo, dei tradimenti coniugali. Perchè
checchè gli uomini ne dicano, Dio non puo' dimorare laddove l'uomo
sceglie la tenebra e comunque di vivere in opposizione a quanto
proprio perchè riacquistassimo la luce, Egli ci dice nel Vangelo.
Non si puo' dire di amare Dio se non si rinuncia a mammona. Non si
puo' essere di Dio se si rimane ancorati a se stessi e alle proprie
umane verità.
Tutto
passa, solo Dio resta e ora nel nostro cammino terreno abbiamo
proprio tutto per restare ancorati a Gesù e camminare nella Sua
Luce: abbiamo Dio con noi nella Chiesa che amministra i sacramenti
dove Gesù vive e si dona, abbiamo la preghiera che come un fiume
nasce dal cuore dell'uomo e si riversa nell'Amore di Dio e che come
ponte lega la terra al Cielo facendone piovere abbondanza di grazia e
di misericordia, abbiamo Maria, la stella luminosa a cui guardare e
da invocare per trovare presto e bene la via di casa e per imparare
a dire: fiat mihi secundum verbuum tuum!
Buon
cammino, buon 2012 nella Divina Volontà!
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